La peste italiana

A futura memoria (se la memoria ha un futuro) 

Leonardo Sciascia

In queste pagine, è descritta una lunga e continuata strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana.

Con un’avvertenza: la strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di persone.

Da 60 anni, in Italia, al regime fascista del Partito-Stato ha fatto seguito il regime “sfascista” dello Stato dei Partiti. Da 60 anni, una puntuale e sistematica violazione della Costituzione viene dolosamente consumata contro il popolo italiano, quel “demos” che vive deprivato delle condizioni minime di conoscenza e legalità, necessarie per esercitare il potere sovrano in forma legittima. In Italia non c’è democrazia, ma partitocrazia, oligarchia, vuoto di potere, arroganza del potere, prepotenza e impotenza. Non esiste Stato di diritto, ma arbitrio di regime.

L’ultimo arrivato Silvio Berlusconi e i suoi detrattori e accusatori sono in realtà l’espressione (finale?) di una identica vicenda politica. Sono affratellati da un comune destino, per ora illegale e drammatico, domani probabilmente anche violento e tragico. Lo sbocco è quasi obbligato.

Il nostro tentativo, la nostra lotta, sono tutti racchiusi in quel “quasi”. La nostra speranza è di rappresentare una speranza: l’alternativa radicale possibile di una democrazia fondata sulla libertà di associazione e partecipazione, sulla libertà di informazione e conoscenza, sulla libertà della persona. Soprattutto sul rispetto del diritto e della legge, come fonte suprema di legittimità delle istituzioni.

Qui di seguito, raccontiamo quella illegalità e questa battaglia. E’ il nostro contributo alla ricostruzione della verità. E’ una storia diversa dalla “storia ufficiale”. E’ una lettura diversa di fatti ed eventi certi, documentabili e precisamente documentati, e proprio per questo pressoché sconosciuti, ignorati, nascosti.

 

A cura di: Gruppo di Iniziativa di Satyagraha 2009 per lo Stato di diritto e la Democrazia cancellati in Italia coordinato da Antonella Casu e Marco Cappato

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