Pace in Siria, governo e ribelli di nuovo a Ginevra

A Ginevra si tenta una nuova mediazione per la Siria dopo la fumata nera il 31 gennaio. Parte infatti oggi nella città svizzera il secondo round dei negoziati tra governo di Damasco e opposizione alla presenza del mediatore internazionale Lakhdar Brahimi. Una nuova sessione di lavoro per trovare una soluzione al conflitto che in poco più di tre anni ha causato oltre 136mila morti e mezzo milione di profughi. Intanto allo scadere del terzo giorno della tregua siglata per Homs da esercito e insorti violata sabato dall’attacco a un convoglio della Mezzaluna rossa del quale le parti si rinfacciano vicendevolmente la responsabilità - procede nella martoriata città siriana l’evacuazione di centinaia di civili. Donne, bambini e anziani vengono sgomberati dai quartieri assediati. L’operazione avviene sotto l’egida delle Nazioni Unite, «malgrado gli spari dei gruppi terroristi armati», ha accusato il regime facendo riferimento ai ribelli. Secondo le immagini diffuse dalla tv AlMayadeen, con sede a Beirut, i civili sono aiutati da personale dell’Onu, con indosso caschi e uniformi blu e della Mezzaluna Rossa siriana, sotto l’occhio attento dei militari siriani.
Le immagini mostrano bambini pallidi, provati, mano nella mano con i genitori. «Eravamo privi di ogni cosa - ha detto una donna allo stremo - tutti i bambini sono malati e ci mancava anche l’acqua da bere». L’assedio è durato «almeno due anni e quattro mesi», ha raccontato un uomo rispondendo alla domanda di un giornalista dell’Afp che gli chiedeva da quanto tempo non uscisse dalla città. Nelle ultime 24 ore nel resto del Paese i morti sono stati intanto almeno 300 - tra civili e combattenti - stando agli attivisti dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Gli episodi più cruenti si sono verificati ad Hama con venti uomini giustiziati dalle forze lealiste, stando a quanto ha riferito ancora l’ong, mentre una donna e 2 uomini sarebbero morti di fame nel campo palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco. Sullo sfondo di questo contesto macabro, è arrivata ieri pomeriggio a Ginevra la delegazione governativa siriana, guidata dal capo della diplomazia di Damasco, Walid Muallem.
Nella città svizzera sono presenti anche alcuni componenti della delegazione di oppositori della coalizione siriana. Le posizioni tra le parti appaiono al momento inconciliabili: il regime esclude che si discuta della rimozione di Bashar al Assad e insiste nel definire «terroristi» tutti i ribelli. Per l’opposizione invece la questione della «transizione politica» resta primaria. E di Siria si parlerà oggi anche al Consiglio affari esteri (Cae) a Bruxelles che riunirà i ministri degli Esteri europei. Secondo Emma Bonino, che illustrerà la posizione dell’Italia, è importante una mobilitazione dell’Ue a favore dell’attuazione delle 12 azioni concrete nelle aree prioritarie di intervento, a partire dall’accesso umanitario nelle zone assediate.
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