Nucleare: c’è l’intesa, ma senza Russia e Cina

Anche se in parte offuscato dall’emergenza ucraina, il vertice dell’Aja ha rappresentato una nuova tappa del «processo in corso verso un’architettura sostenibile di sicurezza nucleare», ha sottolineato il presidente Usa, Barack Obama, chiudendo i lavori del terzo summit sulla sicurezza nucleare. Obama ha anche lodato Belgio e Italia «per aver completato la rimozione delle loro quantità di plutonio e uranio in modo che possa essere eliminata».
«Sono necessari sforzi continuativi per raggiungere il nostro obiettivo comune di rafforzare l’architettura internazionale della sicurezza nucleare», si legge nelle conclusioni del vertice, e i rappresentanti degli oltre 50 Paesi che partecipano al summit «continueranno a partecipare a diversi forum internazionale per affrontare l’argomento», confermando all’Agenzia internazionale dell’energia atomica «il ruolo guida nel loro coordinamento».
Un ulteriore protocollo per rafforzare il regime internazionale di sicurezza nucleare fondato sugli standard dell’Aiea e proposto da Usa, Olanda e Corea del Sud è stato firmato da 35 Paesi partecipanti al summit: tra essi l’Italia, l’Ucraina, la Francia, il Giappone e Israele, ma non Russia e Cina. Tale accordo va oltre le conclusioni del vertice che si limitano a riaffermare la responsabilità dei singoli Paesi a prendere «misure appropriate per impedire che soggetti non statali possano ottenere» materiali radioattivi di qualsiasi origine.
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