Carceri, dov'è quello «scatto»?

Non solo la manovra tiene occupati i parlamentari questa fine estate. Non bisogna mai sottovalutare i radicali e le loro iniziative non violente. L'ultima sulle carceri, la giustizia e la democrazia ha avuto l'ascolto e l'attenzione del presidente Napolitano che ha pronunciato frasi impegnative, parlando di «assillante emergenza», «prepotente urgenza che ci umilia agli occhi del mondo e si pone fuori dalla nostra Costituzione». Per questo il presidente ha chiesto pubblicamente alla politica «uno scatto, delle risposte». I radicali hanno passato l'estate a raccogliere le firme dei parlamentari per una convocazione straordinaria delle Camere e almeno per il Senato hanno annunciato ieri di aver raggiunto l'obiettivo. Quanto alla Camera, la prassi ha finora previsto comunque l'automatismo della convocazione straordinaria decisa dall'altro ramo del Parlamento. E così, in tempi di antipolitica, l'iniziativa radicale mette in condizioni il mondo politico di dare sostanza all'assillo del primo cittadino per gli ultimi della Repubblica. Occorre però lo "scatto " che il presidente richiede, una risposta legislativa efficace e tempestiva. Nell'Italia delle 35mila fattispecie di reato, ricordate ieri dal professore Ainis nell'articolo di fondo del Corriere, partire dalla depenalizzazione non pare la via più veloce. Rita Bernardini sul Manifesto di qualche giorno fa arrivava a dire che se non si vuole l'amnistia si trovi allora un'altra strada con effetti analoghi. Ma qualcosa di risolutivo occorre fare.
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