Carceri, braccio di ferro sul Garante

Dalla Rassegna stampa

Riprende in Consiglio Regionale la discussione sulla proposta di legge per abrogare la figura di tutela dei detenuti. Questioni di risparmio, spiega Pedrale (Pdl). Dura opposizione dei Radicali: "Non copritevi di ridicolo, proprio mentre siete sotto inchiesta".

Non è una questione di soldi, ma una precisa scelta politica. L’abolizione del Garante regionale delle carceri, chiesta a nome della maggioranza di centrodestra dal capogruppo Pdl Luca Pedrale, giustificata da ragioni di risparmio è, per i Radicali, “semplicemente ridicola”. Nel giorno in cui a Palazzo Lascaris riprende la discussione sulla proposta di legge (la n° 188) che sancisce la scomparsa delle tre figure di “garanzia” (oltre a quella per i detenuti, anche quelle per i diritti degli animali e per l’infanzia e l’adolescenza), i seguaci di Pannella chiedono al parlamentino piemontese di non mistificare la questione: «Mentre 56 consiglieri regionali su 60 devono rispondere alla Procura della Repubblica di Torino per un monte di rimborsi spese percepiti pari a oltre 1 milione e mezzo di euro (solo Pdl più Lega superano il milione di euro), in Consiglio regionale si discute la proposta di abolire il garante delle carceri, motivandola con l’esigenza che la Regione deve risparmiare».

Per Igor Boni, presidente dell’associazione Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, della direzione nazionale, si tratta di un’autentica impostura: «Abolire il garante delle carceri con la scusa del risparmio (il costi si aggirerebbero su poco più di 30mila euro annui) – spiegano - non significa nascondersi dietro a un dito ma semplicemente coprirsi di ridicolo». Per i Radicali, infatti, un garante regionale determinato e capace porterebbe ad una riduzione del danno - «anche e soprattutto in termini economici» -, agevolando, ad esempio, la fruizione di pene alternative al carcere (ogni detenuto costa ai cittadini circa 160 euro al giorno, la retta giornaliera in una comunità per tossicodipendenti è di circa 50 euro al giorno). E loro stessi hanno il candidato “ideale” per svolgere quel ruolo: l’ex consigliere regionale Bruno Mellano, nome sul quale quasi tutta l’opposizione è disposta a convergere.

Concludono Boni e Manfredi, chiedendo alle forze di minoranza di compiere l’ultimo tentativo per contrastare i piani della maggioranza: «La Regione Piemonte se avesse solo a disposizione i rimborsi contestati in queste settimane ai consiglieri pagherebbe il garante per quasi cinquant’anni! Demagogia? Non ci pare proprio. Diamo atto, per altri versi, al Pd e alle altre opposizioni di non avere fatto passare sotto silenzio il vergognoso tentativo del centrodestra di far fuori l’istituto del garante; rivolgiamo loro un pressante appello affinché utilizzino tutti gli strumenti del regolamento consiliare (ostruzionismo compreso) per non far passare lo sciagurato progetto di legge ammazzagarante».

© 2013 http://www.lospiffero.com. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...