Cimitero feti, Farina Coscioni: dopo la regione Lombardia, Roma, Cremona, Caserta, anche la “laica” Firenze del sindaco Renzi. Modo surrettizio per equiparare feto a persona

Invece di iniziative demagogiche servono campagne di informazione sessuale, provvedimenti contro i farmacisti “obiettori”, una vera rete di assistenza per le donne.
Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato radicale e presidente onoraria dell’Associazione Luca Coscioni
Se poteva non sorprendere che amministrazioni come la regione Lombardia, o le città di Cremona, Caserta, Roma, “governate” da un centro-destra puntualmente schierato in favore di iniziative di retroguardia e oscurantiste, varassero provvedimenti che prevedono la sepoltura di feti come fossero esseri umani, sconcerta che un analoga decisione sia ora adottata dalla giunta di centro-sinistra di Firenze. Proprio in quella Firenze dove nel 1975 una magistratura fino a quel momento inerte di fronte al fenomeno degli aborti clandestini e di massa, fece arrestare su delazione del settimanale fascista “Candido”, Emma Bonino, Giorgio Conciani, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia.
In seguito a quegli arresti, e dal movimento di rivolta che ne nacque, l’aborto cessò di essere reato, e la donna che vi faceva ricorso cessò di essere punibile. Lo ricordo perché dopo quasi quarant’anni da quei fatti si assiste a una vera e propria offensiva che strumentalizza il dolore delle donne e cerca di far passare surrettiziamente il concetto che il feto costituisca una persona, con tutte le conseguenze che questo comporta. Rilevo inoltre che le amministrazioni che promuovono questo tipo di iniziative non risulta abbiano varato significative ed efficace campagne di informazione sessuale a beneficio di minorenni e donne extracomunitarie, quelle che con maggior frequenza fanno ricorso all’aborto; nulla inoltre si fa nei confronti di quei farmacisti che illegalmente praticano l’obiezione di coscienza e rifiutano di fornire la pillola del giorno dopo.
Sono iniziative che ho già denunciato in passato con interrogazioni e iniziative parlamentari, e che torno a denunciare oggi. Sollecito governo e ministri a prendere una posizione e assumere iniziative perché abbiano fine questi clamorosi conflitti tra normativa nazionale, legislazioni regionali e iniziative locali.
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