Carceri: 194 detenuti di Brindisi in sciopero della fame per l’amnistia

Carcere di Brindisi

Da stamattina, 194 detenuti della Casa Circondariale di Brindisi sono entrati in sciopero della fame a sostegno della iniziativa di Marco Pannella che digiuna da oltre un mese perché “l’Italia torni a poter essere in qualche misura considerata una democrazia, ma soprattutto per la situazione disumana delle carceri italiane”.

Obiettivo comune e dichiarato è che venga “finalmente varato un provvedimento di amnistia, che nel nostro paese manca da oltre 20 anni, unica strada percorribile per un sistema da tempo al collasso, sovraccarico al 150% della propria capacità massima”.

L’adesione allo sciopero di tutti i detenuti brindisini, eccetto due che per motivi di salute non hanno potuto interrompere l’alimentazione, è stata comunicata dall’Associazione “Famiglie Fratelli Ristretti”, costituita un anno fa a Brindisi proprio per promuovere e difendere i diritti dei detenuti.

Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino a cui l’associazione brindisina è collegata, ha dichiarato:

“Il carcere di Brindisi è tra i più sopportabili dell’universo penitenziario pugliese che complessivamente è però ai primi posti nella triste classifica nazionale del sovraffollamento. La lotta nonviolenta dei detenuti di via Appia solleva quindi un problema più generale delle carceri pugliesi e non solo e, ne sono certo, si svolgerà nel modo più pacifico e meno gravoso per gli operatori penitenziari anche loro vittime della stessa emergenza umanitaria che affligge le carceri. La cosa grave è che nessuno, eccetto i Radicali, pare preoccuparsi del fatto che in Italia si contano sulle dita di una mano i Garanti regionali delle persone private della libertà. Neanche la Puglia di Nichi Vendola, con il suo infelice primato di sovraffollamento e morti in carcere, ha il suo Garante, nonostante siano passati ormai cinque anni dalla legge istitutiva.”

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