Vi racconto l’inferno delle carceri italiane

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Il Mattino di Padova, 29 luglio 2013
Tante persone pensano che le carceri in Italia funzionino come in America, imbevuti dei loro film come "Le ali della libertà", ma non è così. Nei carceri italiani non esistono mense o cortili in cui tutti i detenuti camminano o fanno sport tutti assieme, scordatevi tutti quei ricordi di quei film americani. I detenuti italiani negli ultimi anni stanno vivendo in condizioni disastrose, basta pensare a quello che dice Pannella quando si vede per tv: le carceri italiane sono illegali e dovete credergli, si vive ammassati come le sardine a causa del sovraffollamento, non ci sono spazi adeguati.
Basta pensare che le celle siano costruite per ubicarci un detenuto, ma in una di quelle celle sono obbligati a starci tre detenuti per venti ore al giorno, se uno è in piedi gli altri due devono stare nella branda sdraiati, è un vero tormento poi quando si deve andare in bagno non esiste nessuna intimità. Come avrete capito nelle carceri italiane non esistono le mense, si è sempre in quella cella anche a pranzo e cena, e quando sta passando il carrello del cibo, che è distribuito da un detenuto lavorante, per prendere la razione da mangiare devi allungare il piatto fuori dal cancello della cella, c’è un quadratino di 20 cm x 15, il cosiddetto spioncino, dove fai passare il piatto e mezzo braccio per darlo al lavorante che lo riempie, sperando sempre che non scivoli di mano il piatto al lavorante, a volte cade il piatto a terra e si rimane con la fame.
Quelle quattro ore che si fanno fuori dalla cella o si va ai passeggi o in saletta, ma in certe carceri non c’è la saletta e neanche quel pezzetto di terreno per giocarci a calcio o camminare sull’erba. Nella realtà non si fanno mai quattro ore fuori dalla cella, perché nell’orario dei passeggi c’è il turno della doccia, e per via del sovraffollamento o si va a camminare o vai a lavarti sperando sempre di trovare l’acqua calda, e che la cella sia vicina alle docce.
A causa del sovraffollamento, c’è sempre da attendere per fare la doccia e succede molto spesso che più detenuti non riescono a lavarsi, d’inverno sono obbligati a scaldarsi dell’acqua in una pentola e lavarsi in cella. I passeggi è il posto dove i detenuti vanno per camminare o per fare una corsa mattutina, ma tanti detenuti non ci vanno poiché c’è poco spazio e non si riesce a camminare, e quelli che vanno per passeggiare si toccano continuamente con le spalle, devi stare sempre attento a non urtare l’altro detenuto.
La struttura dei passeggi è in cemento e per rendervi le idee chiare basta pensare a una vasca della media di 12 metri x 8, con muri alti 5-6 metri, è come camminare in una piscina vuota, senza acqua, chiusi lì dentro e non puoi uscire se non viene l’agente ad aprire il cancello. A volte in quel piccolo spazio ci sono 50-60 detenuti, tanti fermi in piedi con le spalle che toccano il muro circostante, uno dopo l’altro che aspettano che ci sia anche per loro dello spazio per camminare. Ci sono carceri che hanno un pezzetto di terreno con l’erba, ed è chiamato il campo, in cui i detenuti giocano a pallone e alcuni camminano sull’erba per sgranchirsi le gambe. Quella possibilità di calpestare l’erba è concessa una sola volta la settimana per due ore, a volte capita che non si possa andare al campo perché manca l’agente, senza contare che quando piove al campo non ti fanno andare.
Esistono carceri dove non c’è il campo e sei obbligato a camminare sul cemento fino alla fine del la pena da scontare. Le carceri italiane funzionano come gli allevamenti di bestiame, solo che gli animali sono più fortunati, almeno possono calpestare l’erba tutti i giorni e negli allevamenti non ci sono tanti cancelli da aprire e chiudere come nelle carceri.
Basta pensare che per recarsi ai passeggi bisogna oltrepassare 5-6 cancelli, a ogni cancello c’è un agente che apre e chiude, gì i animali negli allevamenti non hanno questi problemi anche se sono rinchiusi, possono andare a calpestare l’erba, possono bagnarsi sotto l’acqua quando piove se ne hanno voglia tanto il loro cancello per il recinto è sempre aperto e hanno più spazio per muoversi. Invece per i detenuti ci sono momenti di attesa senza senso davanti a qualche cancello, devi sempre aspettare, ci vuole immensa pazienza da parte del detenuto, ovviamente non sono tutti così gli agenti, che ti fanno aspettare,, anche loro capiscono che la situazione carcera-ria è arrivata a livelli disumani, una vera vergogna per l’Italia.
Di lavoro nelle carceri italiani ce n’è pochissimo, tranne che per quei detenuti che svolgono le mansioni concesse dalla direzione di ogni carcere. Sono quattro le categorie e ognuna ha il suo nomignolo: lo scopino è il detenuto lavorante che pulisce i pavimenti, lo spesino è quello che consegna la spesa, generi alimentari e prodotti per l’igiene personale, sigarette per chi ha il vizio di fumare sempre che il detenuto abbia qualche euro, soldi pervenuti dai famigliari. Ovviamente i detenuti non possono avere soldi in tasca, hanno un pezzo di carta che si chiama libretto, così si possono controllare i soldi che gli caricano i famigliari e lo scarico di quello che acquista. Poi c’è il lavorante della manutenzione, si tratta di un lavoro dell’edilizia, sostituire un televisore, sistemare un rubinetto che perde acqua o cambiare un tubo rotto e fare qualche pezzo d’intonaco e pitturare i muri, e per farla breve ci sono i lavoranti cucina e il magazziniere che distribuisce carta igienica e sacchetti per la spazzatura. In poche parole in un carcere di 200 detenuti lavorano solamente in quindici, a tutti gli altri non resta che contare i giorni del calendario, tranne che per quei pochi che frequentano qualche corso di studio.
Per qualsiasi cosa poi c’è la domandina, è un pezzo di carta da compilare per qualsiasi richiesta, serve la domandina anche per sostituire il secchio rotto che ogni detenuto usa per lavare la propria biancheria o qualsiasi tipo di vestiario.
Nei film americani i detenuti sono vestiti tutti uguali, indossano dei vestiti con scritto il proprio numero di matricola, qui invece i detenuti non hanno numeri da portare sul petto, ma i nostri nomi e cognomi sono sostituiti con il numero di matricola, e bisogna scriverlo su ogni domandina per qualsiasi richiesta, all’interno del carcere tutto è basato sui numeri, ricordatevelo, in carcere non ci sono esseri umani ma solamente dei numeri.
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