Verso il sì allo "Svuota carceri" (ma con correzioni)

Per furti, rapine e scippi ci sarà ancora la detenzione in carcere. È. quanto prevede un emendamento al decreto cosiddetto "svuota carceri", che è stato approvato ieri dal Senato. A questo punto non ci dovrebbero essere sorprese per il via libera, atteso per oggi. La modifica è stata proposta dai relatori Filippo Berselli del Pdl e Alberto Maritati del Pd, che così hanno tolto dal tavolo uno dei punti più controversi del testo, che prevede misure alternative alla cella per chi viene arrestato in flagranza e per reati per i quali si procede per direttissima e davanti al giudice monocratico.
La scorsa settimana la discussione si era interrotta proprio sul nodo dei reati da ammettere, dopo la presa di posizione di Francesco Nitto Palma che giudicava troppo larghe le maglie indicate per i domiciliari. Il testo dell'emendamento modifica anche la definizione delle "camere di sicurezza", indicate come «idonee strutture nella disponibilità degli ufficiali o degli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito l'arresto o hanno avuto in consegna l'arrestato».
In questo modo potrebbero essere superate anche le obiezioni mosse alla Camera da alcuni deputati del Pdl. II provvedimento deve arrivarvi nei prossimi giorni e per questo ieri il presidente del Senato, Renato Schifani, ha richiamato l'aula di Palazzo Madama alla necessità di tempi stretti, non escludendo la possibilità che oggi si proceda anche in seduta notturna. Intanto, però, a Montecitorio è stata presentata un'interrogazione al ministro della Giustizia e a quello dell'Interno firmata dai deputati Alfredo Mantovano e Guido Crosetto e sposata poi anche da Filippo Ascierto. Il testo si concentra proprio sulla questione delle "camere di sicurezza", per le quali mancano strutture adeguate e una specifica preparazione da parte degli agenti di polizia, che fatta salva la penitenziaria, non ricevono una formazione per svolgere compiti di custodia. Partendo da questa distanza tra l'idea del ministro e la realtà in cui andrebbe calata, i deputati del Pdl hanno mostrato come il bilancio del primo mese di applicazione del decreto sia negativo. Il risultato, hanno spiegato, non è che vi sono meno detenuti in carcere, ma che vi sono di più criminali colti in flagranza a piede libero. «Nei primi 30 giorni di applicazione delle nuove misure - si legge nell'interrogazione si è registrato, per quello che proviene da vari uffici giudiziari, un calo del numero degli arresti in flagranza, preferendosi al loro posto la denuncia a piede libero; quindi, in un corrispondente calo del livello di sicurezza, derivante dalla permanenza in libertà di persone che, nel contesto normativo antecedente, sarebbero state tratte in arresto». Per questo Mantovano e Crosetto hanno chiesto «ai due ministri informazioni con riferimento al confronto fra il numero degli arrestati in flagranza nel primo mese di applicazione e il numero degli arrestati nel mese precedente; al numero delle camere di sicurezza oggi disponibili e alle condizioni nelle quali si trovano». Soprattutto, però, hanno spiegato che il loro scopo è «far sì che il Parlamento decida sulla conversione in legge del decreto, avendo piena consapevolezza degli effetti provocati dal primo mese di applicazione delle norme che esso contiene».
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