Vecchie ricette, nuovi cuochi Adam Posen e il conio continuo

Dalla Rassegna stampa

Le banche centrali in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone devono stampare denaro. Molto denaro. Molto più di quanto non abbiano fatto finora. Una mossa rischiosa, ma che non dovrebbe produrre inflazione, in un Occidente pieno di disoccupati e sull'orlo di una nuova recessione. Parola di Adam Posen, il «ragazzo prodigio» della scienza economica americana, trasferitosi nel 2009 a Londra, chiamato dalla Banca centrale britannica che l'ha voluto nel suo comitato di politica monetaria.

Posen non ha paura di cantare fuori dal coro: i banchieri ascoltano le sue analisi brillanti, ma le filtrano attraverso i loro criteri prudenziali. E, infatti, la Bank of England ha deciso di non seguire le sue indicazioni. Ma l'economista 44enne è convinto che, se le autorità monetarie non rischiano di più, l'economia scivolerà in qualcosa di molto simile a un'altra Grande Depressione. Un errore simile a quello commesso a metà degli anni 30 quando si tolse troppo presto il piede dall'acceleratore dei sostegni varati dopo la stagione del Grande Crollo.

La Bce con i suoi vincoli statutari riferiti soprattutto alla lotta all'inflazione e lo stesso Ben Bernanke, che rischia di essere considerato dai repubblicani Usa un «traditore» se la Federal Reserve stamperà troppi dollari, non sono certo ansiosi di seguire i suggerimenti di Posen.

Resta, però, il fatto che, dopo il nuovo stallo economico e l'aggravamento della situazione in Europa, la crisi ha preso una piega molto preoccupante: banche sempre più fragili e governi che per motivi diversi (dalle difficoltà interne della Merkel alla campagna elettorale Usa) non trovano soluzioni adeguate al problema del debito, né una ricetta per la ripresa. Alternative a manovre «non convenzionali» di politica monetaria ce ne sono, così, sempre meno. Bernanke qualche passo dovrà farlo già in questa settimana, probabilmente con nuovi interventi per abbassare il costo del denaro a lungo termine. Senza dare soddisfazione (non ancora, almeno) a qualche finanziere che, davanti alle prospettive di una nuova recessione, lo ha sfidato: «Adesso vedremo se, come stampatore di banconote, Ben è solo un dilettante o un vero professionista».

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