Unioni gay, ecco la proposta del Pdl

ROMA - Nozze gay e bipartisan in arrivo. Lui, Giancarlo Galan, senatore Pdl, non le chiama così, ma sintetizza il disegno di legge che presenterà domani con parole che non lasciano dubbi. «E prevista l’equiparazione al matrimonio per quanto riguarda diritti e doveri, perché i gay devono essere cittadini come tutti, lo dice la Costituzione e le parole di Tancredi a Repubblica me lo hanno ricordato e mi hanno commosso».
Tre giorni dopo la lettera di Davide Tancredi, l’adolescente gay che chiedeva diritti e rispetto, qualcosa comincia a muoversi anche nel Pdl. Equiparazione con le nozze etera, assicura Galan, ma con due sostanziali differenze: non c’è la parola matrimonio nel suo ddl, e non sono previste le adozioni. «In un primo momento le avevo messe nel testo, poi ho pensato: già ci saranno contestazioni, meglio non rischiare di far saltare tutto». Su una cosa però non ha dubbi: «Gli omosessuali sono genitori capaci e attenti come gli altri e in tempi brevi vanno garantiti come i loro figli». Dopo il ministro per le pari opportunità Idem, che ha annunciato un ddl sulle nozze gay, anche nel Pdl si apre il dibattito e ad appoggiare l’idea di Galan, dice lui stesso, «oltre a Berlusconi ci sono Carfagna, Ravetto, Bandi», mentre la Santanché è favorevole «ai diritti dei singoli, ma non di coppia» e Fioroni è «contrario ai matrimoni e alle adozioni da parte dei gay. La costituzione dice che i figli devono avere un padre e una madre". Galan si aspettava e si aspetta contestazioni dai cattolici, «ma se posso capire che le gerarchie ecclesiastiche non siano contente, ricordo che i politici hanno un altro compito e francamente non capisco perché gli amici cattolici vogliano negare una libertà ad altri, togliergli il diritto alla felicità». Ecco cosa prevede il disegno di legge Galan che viene rivisto in queste ore prima della presentazione. Sono 32 articoli, come quelli che regolano oggi le nozze tra eterossesuali, «perché è ora che i gay siano cittadini italiani a pieno titolo, vedano riconosciuti i diritti civili garantiti dalla nostra Costituzione, un testo che vieta la discriminazione». Niente matrimonio, dunque, ma "unione omoaffettiva", definita come un accordo tra due persone dello stesso sesso per regolare i rapporti personali e patrimoniali della loro vita in comune. Unione contratta davanti ad un ufficiale di stato civile che non può rifiutarsi di «sposarli», pena l’accusa di omissione di atti di ufficio. Così all’interno dell’unione omoaffettiva è previsto che ci si comporti «in buona fede e correttezza», collaborando «in ragione delle proprie capacità e personalità», anche dal punto di vista economico, come nel più classico dei matrimoni.
Stessi diritti e doveri di marito e moglie dal punto di vista patrimoniale, visto che si potrà scegliere la comunione o la separazione dei beni e stabilire assieme dove vivere. Gli articoli seguono infatti i vari momenti della vita a due, inclusi i diritti a stare accanto al proprio compagno/a ammalato, a decidere assieme le cure più giuste parlando con i medici. E inclusi diritti ereditari. L’articolo 15 equipara la persona che ha contratto un’unione omoaffettiva al coniuge etero, e quindi gli riconosce la legittima e il diritto di continuare a vivere nella casa comune. «Troppo spesso non accade: basti vedere cosa è successo al compagno di Dalla, cacciato di casa come se fosse un estraneo. Una cosa indegna».
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