Un "SOS" di Pannella Berlusconi... che aspetti a firmare i referendum sulla giustizia?

“Silvio, firma i referendum, non ci sei ancora andato?”. Per una volta Berlusconi potrebbe dare retta a Marco Pannella, che ieri lo invitava, alla sua maniera, a sostenere la campagna referendaria dei radicali per una “giustizia giusta”.
Come ricorda Pannella, il Cavaliere non ha mai preso sul serio i referendum (a parte quelli che, negli anni Novanta, riguardavano la chiusura delle sue tv). Ma stavolta ha l’opportunità di rimediare a una fesseria fatta 13 anni fa: “Silvio”, è l’esortazione diretta all’ex premier, “hai l’obbligo morale rispetto a te stesso di rimediare a quella cretinata, imbecille, stupida, irresponsabile che hai fatto nel 2000 quando, essendoci questi referendum sulla giustizia, facesti mancare tu il quorum, invitando gli elettori ad andare al mare, perché appena saresti andato al governo avresti fatto tu le riforme”. Tale e quale: “Ne stai pagando il fio. Ora lo devi. Che cosa stai a fare, non ci sei ancora andato?!”. Il Cavaliere ci sta pensando. Ma sul serio. Esclusa la possibilità di fare la riforma della giustizia in Parlamento (“Con questa sinistra è impossibile”), la via della democrazia diretta rimane l’unica strada. E questi referendum avrebbero ancora più sugo ove mai, in autunno, la Cassazione dovesse confermare l’interdizione di Silvio dai pubblici uffici. A quel punto Berlusconi avrebbe l’opportunità di un nuovo, indiretto, estremo, “prendi o lascia” sulla sua persona intestandosi la battaglia referendaria.
Firmare si fa presto. E a Pannella interessa attirare l’attenzione dei media (“Quando dei politici importanti andranno a firmare i telegiornali lo dovranno dire”). Ma nelle intenzioni berlusconiane ci sarebbe anche la possibilità di un sostegno organizzativo ed economico all’iniziativa radicale. D’altronde, le manifestazioni “anti-giudici” costano care (per quella di Piazza del Popolo, il Cavaliere ha staccato un assegno di 3 milioni di euro) e hanno come unico risultato di allargare la platea di toghe che odiano l’ex premier. Meglio sostenere la campagne dei radicali. Perché i referendum, a differenza di un comizio, sono sì una spina nel fianco, toccano interessi vivi del potere giudiziario. Sono sei quesiti e sono l’anima di una campagna promossa dai radicali a 25 anni dalla morte e a trent’anni dall’arresto di Enzo Tortora. Riguardano: la responsabilità civile dei magistrati, i giudici fuori ruoli, la custodia cautelare, l’ergastolo, la separazione delle carriere. Molti temi che, a più riprese, i governi Berlusconi hanno provato a inserire in agenda senza mai riuscire effettivamente a portare a casa il risultato. Ma Silvio non demorde. Tornando nella mischia, a dicembre, aveva detto di volersi ricandidare anche per non mollare il Paese in balia della magistratura. Se dovesse subire nuove condanne nei prossimi mesi, è chiaro che l’ex presidente del Consiglio sarebbe ancora più motivato.
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