Umbria: elezione Garante dei detenuti, ennesima fumata nera … tutta colpa della politica

Federica Porfidi, rappresentante della Conferenza regionale su volontariato e giustizia, chiede di “sbloccare la situazione”.
Oltre sei anni di attesa, da quando cioè è stata approvata la legge che lo istituiva. Ad oggi però, del garante dei diritti dei detenuti non c’è neppure l’ombra. Con il passare del tempo la nomina si è andata perdendo nei meandri della politica. Dopo l’ultima fumata nera, la Conferenza regionale su volontariato e giustizia e la sua rappresentante Federica Porfidi denunciano lo stallo delle politiche sui temi penitenziari.
“Con il passare degli anni - spiega Federica Porfidi - la realtà detentiva regionale si è andata aggravando. Lo testimoniano le continue notizie di cronaca e i dati nazionali che vedono l’Umbria all’ottavo posto per sovraffollamento e una popolazione carceraria raddoppiata rispetto a dieci anni fa”. La richiesta è di sbloccare una situazione che si trascina da troppo tempo, individuando la figura più giusta per svolgere il ruolo di garante: “subito dopo devono essere messe in campo le politiche di sostegno, altrimenti si rischia di avere un presidio ‘vuotò e senza capacità di azione”.
Un percorso fin qui decisamente travagliato, che ha vissuto una nuova tappa nel voto espresso martedì scorso, a scrutinio segreto, dal consiglio regionale. Le sedici preferenze ottenute dal professor Carlo Fiorio non si sono rivelate sufficienti, visto che occorrono almeno i due terzi dell’assemblea. Oltre alle 12 schede bianche, un voto a testa per l’avvocato Monica Lorenzin - che si candida al ruolo di outsider - e all’ex direttore del carcere di Terni, Francesco Dell’Aira. Quest’ultimo, apprezzato per l’esperienza maturata sul campo, potrebbe trovare un consenso bipartisan. I tiepidi del centrosinistra sottolineano il suo passato da direttore, ovvero dall’altra parte della barricata. Un lungo periodo nel quale Dell’Aira ha però mostrato vicinanza alle problematiche dei detenuti e al mondo del volontariato, in un rapporto che prosegue ancora oggi.
Per Damiano Stufara, comunque, “la colpa dello stallo è del quorum fissato per l’elezione, troppo alto”.
Da qui la richiesta di ricorrere alla maggioranza semplice dopo il terzo scrutinio. Una via che potrebbe permettere di bypassare qualche contraddizione politica interna alla maggioranza. Di fronte all’esito ancora una volta fallimentare del voto, Oliviero Dottorini dell’Italia dei Valori lascia intendere la prevalenza “di interessi di bottega su una questione importante, che riguarda la dignità e i diritti delle persone. Tutto ciò - afferma il consigliere - rischia di vanificare il tentativo, che avevamo sostenuto con forza di sottrarre questo tipo di nomine dalle spartizioni partitiche, basandoci esclusivamente su competenze e sensibilità dimostrate sul campo”.
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