Termini Imerese, via all'interporto

Dalla Rassegna stampa

Il via libera era nell’aria ma mancava solo l’atto formale. Che è arrivato mercoledì scorso, giorno in cui si è chiusa formalmente la procedura che esclude vi siano aiuti di stato nel finanziamento per la costruzione dell’interporto di Termini Imerese. Con un atto, indirizzato alla «signora ministro degli Affari esteri Emma Bonino» che sblocca un finanziamento di 63,86 milioni sui 78 milioni necessari: sarà l’azienda che si aggiudicherà l’appalto per la costruzione e gestione della struttura a finanziare la parte che manca all’appello che è pari a 14,22 milioni(per il momento l’unica candidata in gara è la Tecnis di Catania ma l’aggiudicazione deve ancora avvenire). La nuova infrastruttura assicurerà, a partire dal 2024, un traffico intermodale fino a 500mila tonnellate l’anno e un volume di traffico logistico fino a 979mila tonnellate l’anno e colmerà una grave mancanza infrastrutturale considerato che, si legge nel documento della Commissione europea, «la Sicilia non ha al momento una struttura intermodale».

L’intervento sbloccato nei giorni scorsi consentirà anche di bonificare una vasta zona dell’area industriale occupata dall’impianto della Chimica del Mediterraneo, l’azienda figlia del grande sogno industriale siciliano che negli anni Sessanta venne portato avanti dall’allora presidente dell’Ente minerario siciliano Graziano Verzotto. Ripulire quell’area ha anche il significato simbolico di chiudere un’epoca magari per far ripartire l’intera zona industriale. Ci crede Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo, già al vertice del Consorzio Mi di Palermo (che comprendeva appunto, oltre Brancaccio, Termini Imerese e Carini) e da qualche settimana neopresidente della Società interporti siciliani (Sis) che ha in dote quello di Termini e soprattutto quello di Catania. Albanese, che è subentrato a Rodolfo De Dominicis, spiega: «Grazie a questo intervento sarà possibile parlare concretamente di logistica integrata in Sicilia.

Finora abbiamo chiesto alle aziende di venire a investire nell’isola ma non avevamo risposte da dare alla domanda di infrastrutture logistiche. Ora sarà diverso. Intervento che si coniuga con quello in corso a Catania (la costruzione di un polo logistico con un investimento di 34 milioni) mentre è già in gara con altri 34 milioni il polo intermodale». Con l’elezione di Albanese si delinea anche la strategia per la Società interporti con l’impegno finanziario da parte della Regione. «Noi - dice Albanese - sappiamo perché vi lavoriamo da anni che queste infrastrutture sono importanti per aumentare l’attrattività della Sicilia. pensiamo per esempio che se a Termini Imerese vi fosse stato già un polo logistico integrato e collegato alla ferrovia come sarà quello che costruiremo la Fiat avrebbe forse fatto valutazioni diverse. In ogni caso così l’area industriale potrà tornare a essere quella che era».

 

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