Il tecnico Barca si schiera per coppie di fatto e biotestamento

«Sì» alle famiglie di fatto, al biotestamento e al consumo del suolo. Il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ieri mattina ha firmato 3 degli 8 quesiti referendari proposti dal Comitato "Roma Sì Muove".
«Ho deciso di sfidare il caldo per tre ragioni», ha spiegato Barca dopo aver suggellato i suoi "sì" con la firma. «Per il suolo perché, come cittadino romano ma anche come persona che gira il Paese, trovo stridente il contrasto tra l'occupazione del suolo e la quantità di edifici vuoti, non utilizzati e che rischiano di diventare dei ruderi; per quanto riguarda il testamento biologico», ha precisato, «perché ho visto persone nella fase terminale della vita che non riescono ad esprimere e a veder realizzate le loro volontà circa le decisioni che riguardano l'ultimo tratto della loro esistenza. Sulle famiglie di fatto», poi, «perché sono attorno a noi, ovunque visibili, situazioni di persone che convivono con affetto e non riescono a beneficiare degli stessi diritti delle famiglie unite in matrimonio, né in vita e talora neanche in morte».
Barca è il secondo ministro del governo Monti a firmare il referendum. Già agli inizi di agosto aveva dato il consenso a un quesito referendario proposto dal comitato, i cui promotori sono Mario Staderini e Umberto Croppi, il titolare delle Politiche Agricole, Mario Catania. E ieri mattina ha messo la firma pure l'ex ministro del governo Pro di, Alessandro Bianchi. Da quando è partita l'iniziativa il comitato ha raccolto i "sì" di parlamentari, consiglieri e di oltre 15mila cittadini. Ma non del Campidoglio, che per ora si tiene lontano dai banchetti.
«Alemanno ha detto che ci sta pensando, ma che secondo lui i quesiti sul testamento biologico e le famiglie di fatto sono inaccettabili sul piano dei valori», ha spiegato Croppi, sottolineando che «evidentemente il sindaco non ha letto bene i quesiti: lui stesso ha detto più volte che è giusto riconoscere i diritti anche alle coppie di fatto», per poi precisare che «non è che il Comune istituisce una nuova forma di matrimonio, il referendum chiede l'equiparazione in termini di diritti». Quanto al biotestamento, «si chiede l'istituzione di un registro pubblico in cui vengono rese note delle prerogative che la legge già stabilisce».
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