Giovani occupati e più viaggi in metro
Ecco come Milano supera Roma
Dal reddito pro capite all’uso dei mezzi pubblici: tutti i deficit della Capitale
di Sergio Rizzo
Per appurare lo stato di salute della capitale d’Italia è sufficiente un semplice confronto fra due numeri. Il primo, 44.555 euro, è il valore aggiunto procapite di Milano; il secondo, 31.415 euro, quello di Roma. La differenza è del 41,8%. Ben più abissale del solco, già abbastanza profondo, del Pil procapite: 18,8% a favore di Milano. Nonché del reddito imponibile, visto che quello dei milanesi è del 22,7% superiore rispetto a quello dei romani. Ricorda da vicino, la frattura, il divario fra la ricchezza prodotta nel Centro Nord e al Sud del nostro Paese, dove il pil procapite non arriva al 60% di quello del resto del Paese. E quei 13.140 euro che separano Roma da Milano non dicono nemmeno tutto. Perché nella graduatoria del valore aggiunto per province la capitale è fra le prime dieci quella che ha subito il più violento contraccolpo della crisi, con un calo del 7,9% fra il 2009 e il 2013. Mentre nello stesso periodo Milano cresceva dell’1,7%.
Lo studio
Fanno impressione i dati contenuti in uno studio elaborato in collaborazione con i Radicali italiani di Riccardo Magi da Roberto Cicciomessere, già parlamentare radicale di lungo corso e oggi esperto di politiche del lavoro. Ma i numeri del valore aggiunto non fanno altro che rispecchiare due realtà per molti aspetti agli antipodi. Roma è paralizzata, Milano si muove a ritmi europei.
I dati
Il tasso di occupazione giovanile, per esempio, è passato fra il 2008 e il 2014 dal 19 al 12,7% a Roma, dove la quota di giovani di età compresa fra 15 a 24 anni in cerca di un lavoro è salita dal 29,1 al 43,9%. Un dramma che in quegli anni ha investito l’Italia intera, certo: ma a nella capitale più duramente che altrove, se si considera che la media nazionale alla fine del 2014 si attestava al 42,7%. E a Milano era al 38,2%: quasi sei punti meno che a Roma. Ancora. Nella capitale ci sono 84 mila giovani fra 15 e 29 anni che non lavorano né studiano e neppure frequentano corsi di formazione. Sono il 20,7% contro il 15,3 di Milano, dove ne vengono censiti 26 mila. Meno di un terzo.
Le due velocità nell’intercettare la ripresa
Né le cose migliorano più di tanto con la tiepidissima ripresa dell’economia. A Roma si è registrato nel 2015 una crescita pari allo 0,3% degli occupati rispetto al 2014, mentre a Milano l’aumento è stato del 4,3%; sempre nello scorso anno a Roma i disoccupati sono diminuiti del 3,1%, mentre a Milano il loro numero è sceso del 9,2%. Il fatto è che negli ultimi anni la struttura dell’economia della capitale si è profondamente modificata. «Con la crisi economica e il ridimensionamento di Telecom», sostiene il rapporto sottolineando che dalla privatizzazione al 2013 gli occupati della compagnia telefonica sono passati dai 120 mila iniziali a 50 mila, il valore aggiunto è letteralmente crollato fra il 2008 e il 2013 nei servizi di comunicazione: la flessione è stata del 19,5%, dopo che nel periodo 2000-2008 quel settore aveva mostrato un progresso di ben il 99,7%. e in quello delle «attività professionali, scientifiche e tecniche», dove si è accusata una flessione del 9,7%.
ll settore immobiliare
Al tempo stesso sono cresciute le attività economiche più speculative. Come testimonia il balzo del settore immobiliare: +14,8% fra il 2008 e il 2013, nonostante la situazione di difficoltà di un mercato che nei nove anni precedenti era salito di ben il 63%. Ed è ancora l’unico che continua davvero a tirare ancora. L’occupazione dunque ristagna, come l’attività economica, e i ritmi di vita sono più lenti.
Gli spostamenti (e gli incidenti stradali)
Ogni romano impiega mediamente un’ora e sette minuti per andare e tornare da luogo di lavoro, scuola o università. E se la differenza con i 57 minuti di Milano sembra poca cosa, si deve tener conto della qualità del trasporto. Già a Roma circola meno gente che a Milano: il 78% della popolazione contro l’82,7%. Poi a Roma il 58 per cento si muove con l’auto propria, la moto o lo scooter. Usa i mezzi pubblici solo il 26,7%, a fronte del 37,3 a Milano: dove solo il 36,9% si muove con mezzi privati. Se il 28,2% dei lavoratori milanesi utilizza la metro, a Roma non superano il 12,2%. Una sproporzione enorme. E questi sono dati del censimento del 2011, quando il trasporto pubblico nella capitale non era ancora in questo stato: ormai circola regolarmente meno della metà dei mezzi a disposizione. Inutile chiedersi perché a Roma, dove magari si verificano meno incidenti stradali rispetto a Milano (4,7 ogni mille abitanti invece di 6,7 ma soprattutto a causa delle biciclette ben più numerose nel capoluogo lombardo), si registra invece il quadruplo dei morti: 154 contro 42.