Strenui difensori della vita?

La furbizia dell'astensione per far mancare il quorum al referendum, che puntava ad abrogare la legge contro la fecondazione assistita, non è stata sufficiente. Dal 2005 ad oggi la legge 40 è finita già 8 volte davanti alla Corte Costituzionale, modiche deroghe sono state apportate su punti non marginali. I giornali di ieri davano la notizia di un ricorso di due coniugi italiani contro il divieto di fare ricorso alla fecondazione in vitro per selezionare embrioni sani. I due genitori scoprono di essere entrambi portatori di fibrosi cistica quando nasce il loro primo figlio che ne risulta affetto. Le probabilità di trasmissione della malattia sono del 25%.L'analisi pre-natale del secondo figlio mostra purtroppo la presenza della malattia. Decidono che non resta che ricorrere all'aborto, piuttosto che mettere al mondo un altro malato. Presentano però un ricorso alla Corte Europea di Strasburgo a proposito del divieto statuito dalla legge 40, in contrasto con la normativa vigente in 15 paesi europei. La Corte ha accolto il ricorso e ora si dovrà pronunciare. Per questo l'associazione radicale "Luca Coscioni " è soddisfatta. Non così la sottosegretaria Roccella che ribadisce il fondamento del divieto di selezionare gli embrioni. Fin qui la notizia. La domanda è : ma quale logica muove questi strenui "difensori della vita " nel preferire l'integrità di qualche embrione ad un aborto? Ecco, mettendosi anche, e soprattutto, dal loro punto di vista, questa scelta appare incomprensibile.
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