Stavolta non credo a Silvio

Dalla Rassegna stampa

Caro Direttore,
la proposta di Berlusconi di costituire un partito delle vittime della giustizia, mi ha fatto ricordare quando, 14 anni fa, il Presidente di Forza Italia fece fallire i referendum radicali sulla giustizia, invitando gli italiani ad andare al mare (anziché a votare) perché quelle riforme le avrebbe fatte lui una volta vinte le elezioni. Le elezioni le vinse davvero nel 2001, governando per 5 anni, ma di riforme del sistema giudiziario non si vide nemmeno l’ombra.

Berlusconi è tornato poi al Governo nel 2008 e la nostra delegazione radicale all’interno del Pd riuscì perfino a far approvare, all’inizio del 2009, una risoluzione che impegnava il Governo a varare una riforma organica e strutturale della Giustizia che comprendeva: responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere, revisione totale dell’obbligatorietà dell’azione penale, disciplina dei magistrati fuori ruolo, revisione della composizione e del sistema elettorale del Csm, reintroduzione di severi vagli della professionalità dei magistrati. Quale sorte ebbe quell’impegno? Ancora tante promesse e zero risultati. Quale credibilità può avere oggi l’idea di costituire un Partito delle vittime della Giustizia?

Da radicali sentiamo ancora addosso la delusione per la promessa dei 5 milioni di firmatari per i 12 referendum che il leader di Forza Italia fece nell’estate scorsa quando li firmò tutti a Largo Argentina in una conferenza stampa con Pannella. Ne sarebbero bastate 500.000 per promuoverli e votarli fra pochi mesi. Se fosse accaduto, l’Italia si sarebbe trovata in un’altra situazione anziché quella mortificante di oggi, con una democrazia ormai annientata da quasi un settantennio di distruzione dello Stato di diritto.

 

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