Stato al minimo

Sergio Marchionne e John Elkann, nel corso di una sorta di cerimonia tenuta ieri per annunciare il rimborso anticipato del prestito ricevuto dal governo americano e per lanciare in Italia la nuova Lancia Ypsilon, indossavano una spilletta con su scritto "Paid", ovvero "pagato". Il messaggio ("non ci manteniamo con sussidi statali") è innanzitutto diretto ai lavoratori di Chrysler, per ricordare che il loro impegno è sempre più determinante, ma anche ai contribuenti americani, per far sapere che quando comprano Chrysler non stanno pagando niente che non meriti di per sé essere sul mercato e non stanno alimentando in qualche modo il Leviatano pubblico. Il messaggio però vale anche per i nostri sindacati e partiti. Parte di essi continua infatti a ragionare con la logica dell'economia assistita. Lo dimostra la vicenda Parmalat, nella quale cooperative lattiere e sindacati hanno chiesto l'aiuto dello stato e il Tesoro ha risposto creando un Fondo pubblico ad hoc (per fortuna non è intervenuto). E soprattutto lo dimostra il caso di Fincantieri. Questa società, al 98 per cento del Tesoro, nel 2006 ebbe la possibilità di attuare una privatizzazione che le avrebbe consentito di raccogliere capitale fresco e nuove energie per la sua riconversione. Il governo Prodi, su pressione della Cgil, bloccò tutto. Oggi una ristrutturazione comporterebbe dei licenziamenti, ma Cgil fa barricate e torna a chiedere l'aiuto dello stato, ricevendo il sostegno di molti politici. In Italia, prima di vedere un manager con la spilletta al bavero con su scritto "pagato", dovremo attendere ancora.
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