Se la rete anti-debiti ha troppe smagliature

La nuova norma che disciplina gli accordi tra debitore e creditori nei casi di sovraindebitamento delle piccole e micro imprese raccoglie il plauso discreto delle associazioni di categoria. Se, da un lato, queste apprezzano il fatto che sia stato colmato un vuoto formativo - che portava a ignorare colpevolmente il 92% delle imprese italiane, escludendole dalle procedure concorsuali del fallimento -, dall'altro, evidenziano una serie di criticità che potrebbero rallentare la diffusione del nuovo istituto o addirittura vanificarne l'effetto. Uno dei motivi di preoccupazione è legato alla maggioranza necessaria per l'accordo: ben il 70% dei crediti. Da più voci, infatti, la soglia viene giudicata molto alta 'e a rischio di "mancato accordo". Perplessità sono state sollevate anche rispetto al vincolo di onorare integralmente i debiti verso i creditori che non aderiscono al concordato: se questi vanno rimborsati al l00% - ci si chiede -, che interesse avrebbero a firmare un accordo che li penalizzerebbe? Lo strumento viene poi giudicato insufficiente dalle associazioni, perché interviene solo in una situazione di sovraindebitamento, spesso irreversibile, mentre nei casi di aziende in difficoltà, l'unica ancora di salvezza - il Fondo imprese in difficoltà- è riservato alle società medio-grandi.
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