Se la patrimoniale è davvero mini

In una maxi manovra, è davvero minimo il ruolo interpretato dalle norme antievasione e da quelle che colpiscono le ricchezze mobili. Perché su quelle immobiliari invece il colpo è stato forte con il ritorno dell'Ici, trasformata in Imu, e l'aumento della base imponibile del 60% per le abitazioni. Va dato atto al governo di avere onestamente spiegato che sono state varate delle mini patrimoniali. Come quella che colpisce i titoli finanziari e quella sui beni di lusso (auto, aerei, barche). Le possiamo interpretare solo come un primo segnale di inversione di tendenza: meno tasse sui redditi, più sui beni. Il sentiero d'altra parte era stretto, perché tartassare di punto in bianco le ricchezze finanziarie sarebbe stato forse un errore. I risparmiatori, infatti, hanno gambe da lepre se devono esportare capitali. E da tartaruga se li devono far rientrare. Qualcosa in più però si poteva fare. Specie nella lotta all'evasione. La norma più forte sembra quella della riduzione a 1.000 euro della soglia ammessa per l'uso del contante, l'obbligo per la pubblica amministrazione di pagare con bonifici, assegni, carte di pagamenti, le disposizioni sulla tracciabilità. Diventerà più facile anche effettuare controlli sulla base dei dati bancari. Viene prevista una maggiore interazione tra Inps e Fisco, l'Isee diventerà il passaporto unico per le agevolazioni fiscali. Davvero poco. L'evasione, però, non si combatte solo con norme restrittive. Ma anche, se non soprattutto, restaurando un clima di fiducia tra Stato e cittadino. È questa la sfida che il governo deve vincere. La salvezza dell'Italia passa da qui.
© 2011 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati
SU