Se l'amnistia si fa strada in Parlamento

Dalla Rassegna stampa

«Noi un testo ce lo abbiamo», dice Rita Bemardini. E si riferisce alla amnistia. Ciò significa che, se Paola Severino ripete da giorni che questa non è materia alla quale possa metter mano il governo bensì il Parlamento e, con ciò, sembra lasciare aperto uno spiraglio, ebbene: i radicali in quello spiraglio hanno tutta l'intenzione di infilarcisi. E infatti: «Ritengo, dopo le dichiarazioni del ministro della Giustizia di ieri, che occorre riprendere l'agitazione. Armi della nonviolenza, dunque. Entro due giorni tornerò ad uno sciopero della fame», spiegava Marco Pannella ai microfoni di Radio Carcere, rubrica di Radio Radicale, dopo aver preso atto di quanto il Guardasigilli aveva affermato nel corso della audizione in commissione Giustizia del Senato, l'altro ieri. Ieri, poi, è stata la volta della Camera e la Severino è tornata a battere sugli stessi tasti: efficienza e risparmio. Quanto ai cardini del lavoro del suo ministero, saranno quelli annunciati: le carceri, il processo civile, la geografia delle circoscrizioni giudiziarie.

È però soprattutto sulle carceri che il nuovo governo ha deciso di fare le prime uscite pubbliche. Si tratta di una materia delicata ma trasversale e sulla quale nessuno, se davvero vi fosse una iniziativa politica seria, potrebbe legittimamente voltarsi dall'altra parte, né il centrodestra postberlusconiano né il centrosinistra, per quanto sempre più smarrito sulla giustizia. Altro sarebbe iniziare dai temi più controversi, come le leggi ad personam ancora giacenti alle Camere. La Severino lo sa bene, tanto da averlo messo a verbale già da qualche giorno: «Iniziare da lì sarebbe tatticamente sbagliato».

Ecco, dunque, il discorso sul braccialetto elettronico, che tanto successo ha ottenuto sulla stampa, e sul quale il Guardasigilli è tornata anche ieri precisando che, però, «non lo considero una soluzione finché non sarà provato che sia meno costoso del carcere e che funzioni». Ed ecco anche una riflessione sull'allargamento della «platea di applicazione della detenzione domiciliare in chiave preventiva» o ad «istituti già sperimentati come quello della messa in prova».

Infine, l'amnistia. «La domanda è posta al soggetto sbagliato», ha fatto notare il ministro a chi le chiedeva cosa farà il governo. D'altra parte, è da giorni che la Severino ripete che la materia è di competenza del Parlamento. E se il Parlamento «troverà la maggioranza qualificata richiesta, nulla quaestio». A fine audizione, il pdl Enrico Costa ha invocato una necessaria «continuità» con il lavoro degli esecutivi precedenti, ma per il resto è stato tutto un coro di «apprezzabile», «condivisibile» e via così, da maggioranza e opposizione. Ed ecco che, come spesso accade, la sveglia alla politica, che la si condivida o meno, arriva ancora una volta dai radicali.

«Quella del ministro mi è parsa una relazione sottotono», dice la deputata Rita Bemardini, che si dice contenta di vedere che la questione carceri sia tornata al centro del dibattito ma dispiaciuta per alcune mancate risposte a una situazione «di totale illegalità che non riguarda soltanto le cm-ceri» ma anche la mole di procedimenti penali e civili che rendono la giustizia ciò che è in Italia oggi. «Invece, con la nostra proposta sulla amnistia diciamo che, riducendo drasticamente i procedimenti penali destinati alla prescrizione, si possono liberare risorse da impiegare in modo più razionale, oltre a riparare alla flagrante violazione di leggi e principi che, dal nostro punto di vista, sono la dimensione della autorevolezza di uno Stato». Ebbene, «non abbiamo ascoltato - dice la deputata radicale - risposte che abbiano la stessa efficacia di una amnistia».

Ed ecco, allora, Pannella e il suo annuncio sulla ripresa di «una iniziativa non violenta». «Noi - ha detto ancora a Radio Carcere - riteniamo che abbiano avuto ragione tutti coloro che il 28 luglio, proprio a partire dal Capo dello Stato, hanno denunciato senza nessun dubbio questa condizione criminale di questa nostra Repubblica, del nostro regime repellente nei confronti dei diritti umani. Il problema di interrompere questa flagranza, che non riguarda solo le carceri, riguarda la giustizia, è il problema che continuiamo a porre».

© 2011 Il Riformista. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...