Sardegna: il presidente Cappellacci contro il trasferimento di 300 mafiosi nelle carceri dell’isola

Dalla Rassegna stampa

Coro di no al possibile trasferimento nelle carceri della Sardegna di 300 mafiosi, fra cui capi del calibro di Riina e Provenzano. Levata di scudi del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, per il quale l’isola non vuol diventare la “Cayenna d’Italia” per questo “ci opporremo all’inquinamento sociale che deriverebbe dallo sbarco di detenuti mafiosi”.
In offensiva anche il parlamentare Mauro Pili (Pdl), che si dice “pronto alle barricate e ad ogni azione pur di scongiurare questo attacco frontale alla società sarda” e che ha chiesto un urgente incontro al ministro della Giustizia.
“È inaccettabile che uno Stato perennemente smemorato si ricordi che la Sardegna è in Italia solo per decidere dove depositare le sue scorie o i delinquenti mafiosi - ha detto il governatore Cappellacci - l’isola è nota per il suo straordinario patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e per i suoi valori. Non intendiamo subire il marchio indelebile di Cayenna d’Italia, già affibbiato in passato ad alcuni dei nostri angoli più incantevoli. Il ruolo cui aspiriamo è molto diverso ed è quello di scrigno di ciò che il nostro Paese ha di più prezioso: dalle bellezze naturalistiche a quelle culturali e identitarie. Per questo ci opporremo”.
“Siamo pronti alle barricate - ha aggiunto Pili - i mafiosi non li vogliamo. Il ministro Cancellieri blocchi questo demenziale piano di trasferire in Sardegna quasi 300 capi mafia in regime di 41 bis o altrimenti siamo pronti ad ogni azione. La sola ipotesi che personaggi come Riina o Provenzano e tutti i loro affiliati più diretti possano mettere dimora in Sardegna con tanto di carovane di familiari e accoliti al seguito fa semplicemente rabbrividire. Dopo la scoperta di affari mafiosi in Costa Smeralda e nel Nord Sardegna, con serio pericolo di infiltrazioni sia nel business dell’eolico che immobiliari, lo sbarco della mafia potrebbe prendere di mira importanti opere pubbliche”.
Pili ha anche definito folle il piano che prevede di inviare nell’isola oltre il 50% dei 41 bis delle carceri italiane: “I dati il Ministero li ha confermati in conferenza stampa. Con l’ammissione dei trasferimenti a Cagliari e Sassari, ai quali si aggiungono quelli già in essere a Nuoro. Si ha la conferma di quello che da due anni denuncio. A Cagliari si stanno allestendo dalle 90/100 celle per detenuti in regime 41 bis (capimafia), 100/120 a Sassari e 80/90 a Nuoro. Con la decisione, poi, di trasformare Tempio e Oristano in carceri di alta sicurezza”.

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