Sardegna: la "Carta diritti e doveri detenuti" rischia il flop... mancano fondi per fare copie

Il "fiore all’occhiello" dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino, la “Carta dei Diritti e dei Doveri dei detenuti e degli internati”, emanata con decreto, rischia di restare lettera morta. In Sardegna non è stata infatti ancora emanata alcuna disposizione attuativa. Mancano inoltre i fondi necessari per predisporre le fotocopie. Insomma l’assenza di carta nelle strutture penitenziarie non permetterà di distribuire ai cittadini privati della libertà il documento per l’esercizio dei loro diritti.
Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, evidenziando che “assicurare una maggiore consapevolezza della vita carceraria, specialmente per i detenuti stranieri, non può avvenire senza un preciso piano d’intervento con un sostegno finanziario”.
“Oltre alla Carta, ogni detenuto, in occasione dell’ingresso nel Penitenziario durante il primo colloquio - sottolinea Caligaris - deve poter disporre di una sintesi della Legge sull’Ordinamento Penitenziario, del Regolamento interno dell’Istituto e delle altre disposizioni anche sovranazionali, come la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Un’iniziativa di straordinario impatto culturale e umano, prevista in sette lingue, compreso l’italiano, senza un’ apposita disposizione finanziaria, non potrà vedere concretamente la luce”. “È vero che una Carta - conclude la presidente di SdR - non risolve il problema del sovraffollamento e dei gravi disagi e carenze del sistema penitenziario.
È però altresì evidente che conoscere diritti e doveri modifica profondamente l’approccio alla pena detentiva soprattutto per chi, incensurato, entra in carcere in attesa di giudizio e non conosce alcuna norma di comportamento. Appare invece inaccettabile che una legge non possa trovare attuazione solo perché non è stato previsto un finanziamento apposito per poterla attuare”.
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