I saldi (falsi) del venerdì

Si chiamano asimmetrie informative: c'è chi ne sa di più - non fosse altro che per il lavoro che fa - e chi ne sa di meno. Fino a qui non ci piove e potremmo concludere che fa parte del gioco. Ma se quelle asimmetrie vengono usate per scaricare la perdita sui clienti e caricare i guadagni su di sé come le dovremmo chiamare? E quanto succedeva solo venerdì in molte banche. Il dossier è quello di Dexia, l'istituto che già nel 2008 aveva beneficiato di un salvataggio da 6 miliardi all'era del crac Lehman. Certo, c'è stato un margine di rischio anche questa volta. Ma basterebbe parlare con gli operatori e i gestori per capire che la probabilità di un vero default della banca franco-belga era molto bassa visto che gli azionisti erano già gli Stati proprio in virtù del paracadute 2008. Così venerdì in molti hanno comprato a man bassa le emissioni Dexia, anche quelle italiane Dexia-Crediop con scadenza 2016. Il prezzo era troppo allettante: circa 70. Peccato che in molte banche l'operazione sia stata eseguita in due fasi. Nella prima sono stati spaventati i clienti che le avevano in portafoglio. Nella seconda sono state riacquistate. Così i risparmiatori hanno dovuto contabilizzare una minusvalenza del 20%. Mentre gli istituti le potranno vendere nei prossimi giorni quando la notizia del salvataggio riequilibrerà il corso dei bond.
© 2011 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati
SU