Roma: medico accusato per “falsa perizia”, ma la diagnosi in realtà è corretta e salva la vita al detenuto

Dalla Rassegna stampa

Era finito agli arresti con l’accusa di aver redatto una falsa perizia medica per evitare il carcere a un boss, ma proprio grazie alla sua diagnosi il detenuto è stato curato ed ha evitato la morte. È la vicenda che vede come protagonista il cardiologo Alfonso Sestito, originario della Calabria ma residente a Roma, dove esercita la professione.
Sestito è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma, che nei mesi scorsi ha portato all’arresto di otto tra medici ed avvocati che, attraverso false perizie, avrebbero procurato sconti di pene a criminali e ricoveri in strutture ospedaliere ai detenuti. Il professionista ha sempre respinto gli addebiti, sostenendo di aver redatto la sua perizia “secondo scienza e coscienza”, e lo stesso giudice delle indagini preliminari che ne ha disposto gli arresti domiciliari li ha revocati dopo tre giorni, prevedendo l’obbligo di dimora. Misura cautelare che è stata poi cancellata dal tribunale del riesame, che nei giorni scorsi ha rimesso Sestito in libertà.
Oggi i legali del medico - che auspicano il riconoscimento della “totale innocenza” del loro assistito - sottolineano quella che, a loro avviso, è una situazione paradossale: Sestito è finito agli arresti per una presunta falsa perizia che invece non solo era vera, ma ha salvato la vita al detenuto che è accusato di aver favorito.
A questi, infatti, è stata diagnosticata “una rara forma di ischemia miocardica, uno stato pre-infartuale, che è stato confermato dalla clinica dove è stato ricoverato ed ha eseguito la coronografia”. Si tratta, sempre ad avviso dei difensori del medico, di una “rara ma grave” patologia, “che se non riconosciuta e curata adeguatamente, può evolvere nel medio termine verso l’infarto e portare quindi a morte improvvisa nel 10% dei casi”. Invece, “la pronta e puntuale diagnosi ha salvato la vita al detenuto”.

La replica (versione integrale) del prof. Alfonso Sestito

In merito all’articolo da voi pubblicato il 13 febbraio 2013 si ritiene di precisare che il Prof. A. Sestito è stato indagato solo per falsa perizia ed associazione per falsa perizia e non altro dal Gip del tribunale di Roma, A. Boffi.
Lo stesso Giudice Indagini preliminari, Gip, dopo 3 giorni e dopo avere interrogato il noto professionista, si è resa conto della buona fede e della veridicità della sua perizia, mettendolo in libertà e riducendo la misura cautelare all’obbligo di dimora nel comune di Roma.
Il prof. A. Sestito, dichiaratosi da subito estraneo all’intera indagine su presunte false perizie mediche, da allora ha usufruito di ben 5 permessi per diversi giorni ognuno per recarsi in Calabria presso il suo studio medico cardiologico, dove visita numerosi pazienti da tutto il meridione ed offrendo un ottimo e completo servizio cardiologico in una regione dove la sanità è molto problematica.
Dopo avere dimostrato completamente la sua cristallina innocenza e fedeltà al Gip, lo stesso giudice gli ha concesso il permesso e lo ha autorizzato a svolgere globalmente qualsiasi tipo di attività lavorativa riguardante la sua professione.
In seguito, i giudici del tribunale del riesame composto da ben tre giudici, il 6 Maggio 2013 hanno restituito al Prof. A. Sestito totale libertà.
Nell’obiettivo che il caso volga verso la richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero C. Lasperanza con assoluzione con formula piena, il prof. A. Sestito, ribadisce la sua totale buona fede nell’avere agito con scienza e coscienza nel redigere la sua perizia, tra l’altro, diagnosticando al detenuto in oggetto una rara forma di ischemia miocardica, uno stato pre-infartuale, che è stato confermato dalla clinica American Hospital, dove è stato ricoverato ed ha eseguito la coronarografia.
Tale forma di ischemia al cuore dal nome angina variante è una rara ma grave forma di ischemia miocardica, che se non riconosciuta e curata adeguatamente con i farmaci specifici, può evolvere nel medio termine verso l’infarto e quindi la morte improvvisa nel 10% dei casi. La brillantezza della diagnosi e l’aver salvato una vita umana invece dei complimenti sono costati al Prof. A. Sestito, per una serie di equivoci da parte degli inquirenti, in particolare il Capo della Squadra Mobile di Roma, R. Cortese e degli stessi giudici, gli arresti domiciliari. A dimostrazione del fatto che il Prof. A. Sestito vive l’essere medico come una missione ed il suo obbiettivo è diagnosticare, curare e salvare vite umane anche al caro prezzo pagato e se dovesse servire anche della sua stessa vita.
Un duro e tremendo colpo che il Prof. A. Sestito ha subito e che purtroppo ha coinvolto tutta la sua famiglia con moglie ed otto bambini minorenni, che finalmente hanno raggiunto la tranquillità, vista la restituzione dell’onore e della completa libertà al professionista ed il riconoscimento da parte dei giudici della sua veridicità e buona fede. Un pesante fardello imposto dagli stessi giudici al Prof. A. Sestito, come amara ricompensa per essere un luminare della cardiologia e per servito la giustizia come perito d’ufficio, per di più identificando una patologia cardiaca grave che se non riconosciuta e non curata poteva condurre a morte il paziente nel medio termine.
Il prof. A. Sestito si ritiene però completamente soddisfatto di avere inquadrato clinicamente un paziente che presentava in carcere sintomi cardiologici rilevanti come dolore al torace con alterazioni elettrocardiografiche e che rischiava di perire in carcere in maniera immediata.
D’altronde il prof. A. Sestito ad oggi preferisce che sia andata così e non al contrario, cioè che sia stato lui a pagare in tutti i sensi e non il detenuto, in quanto se il Prof. A. Sestito non avesse fatto la corretta e giusta diagnosi magari il detenuto sarebbe morto in carcere di morte cardiaca.
Invece, la tempestiva perizia del Prof. A. Sestito, ha permesso al detenuto di eseguire la coronarografia che ha confermato la diagnosi: coronarie geneticamente piccole, irregolari e tendenti allo spasmo cioè alla chiusura spontanea, con rischio di improvviso arresto di sangue al cuore e conseguenti aritmie ventricolari maligne, infarto miocardico e morte nel giro di pochi minuti.
La pronta e puntuale diagnosi del prof. A. Sestito ha salvato la vita del detenuto e dimostra senza bisogno di altri dettagli lo spirito di abnegazione medica del prof. A. Sestito, la sua maturità scientifica e la sua luminosità nel sospettare una rara, ma grave forma di malattia coronarica, che se non riconosciuta ed adeguatamente curata può portare a morte istantanea il paziente.
Ben vengano tali professionisti che sono il fiore all’occhiello della Sanità Nazionale ed Internazionale e che anche la Giustizia alla fine dovrà riconoscere ammettendo la totale innocenza del Prof. A. Sestito, noto professionista di chiara ed affermata onore internazionale, che ha sempre agito secondo il giuramento di Ippocrate nel bene della vita umana e nell’ottica che prima di punire un detenuto bisogna curarlo e curarlo bene ed adeguatamente, anche per pietà umana e cattolica allo stesso modo di un libero cittadino che si ammala. Infine nella cristiana considerazione che un detenuto malato è malato due volte rispetto ad un libero cittadino in quanto il detenuto è ammalato della sua malattia e del presunto reato penale, si ritiene che il Prof. A. Sestito abbia fatto appieno il suo dovere nel rispetto del malato, nel rispetto della legge e nel rispetto dell’etica medica che lui ha sempre ben presenti.

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