Rom, sgombero all'alba. L'accusa di Amnesty: «Violati i diritti umani»

Le gru si sono messe in moto poco dopo l’alba e hanno concluso quello che, all’inizio di agosto, era stato interrotto per la mobilitazione dei nomadi. Ma ieri mattina nel campo abusivo - o «informale» come lo definisce il Campidoglio - di via Salviati la resistenza rom è stata solo a parole. I vigili urbani hanno eseguito l’ordine del sindaco Ignazio Marino di sgomberare l’insediamento a Tor Cervara, come previsto dall’ordinanza del 5 agosto scorso che ordina anche il trasferimento dei nomadi da dove venivano: nel maxi campo autorizzato di Castel Romano, sulla Pontina, da dove erano fuggiti dopo aggressioni e incendi di container che a giugno e luglio ha fatto impennare la tensione serbi e bosniaci, gruppi etnici rivali e vicini di casa. Ieri solo 5 delle 35 famiglie serbe allontanate da via Salviati hanno accettato di tornare a Castel Romano. Gli agenti hanno abbattuto tutte le baracche abitate da circa 15o rom, compresi 6o minorenni (molti bambini), che ora cercheranno un altro posto dove accamparsi. «Ci hanno trattato peggio degli animali - hanno detto - e i bambini non hanno nemmeno fatto colazione. E poi lì non ci torniamo: quelli li abbiamo denunciati e vogliono vendicarsi».
L’operazione ha innescato la reazione di Amnesty International, insieme con l’Associazione 21 luglio e il Centro europeo per i diritti dei rom: «Lo sgombero forzato non rispetta gli standard e le garanzie procedurali previste dalla normativa internazionale e oltre a rappresentare una grave violazione dei diritti umani, costituisce un innegabile passo indietro rispetto ai contenuti espressi nella Strategia nazionale di inclusione dei rom, sinti e caminanti adottata dal governo italiano». Per Carlo Stasolla, presidente della 21 Luglio, «i soggetti che il Comune ha utilizzato per dialogare con i rom sono gli stessi che hanno eseguito i 536 sgomberi eseguiti dalla passata amministrazione. Lo sgombero - aggiunge - è partito da una consultazione non vera. Non hanno detto dove i rom sarebbero stati portati». E sempre secondo Stasolla l’assessore Rita Cutini (Sostegno sociale e sussidiarietà) «è arrivata alle 9.15, due ore dopo l’inizio dello sgombero: ha solamente detto che ai rom erano state date altre alternative, ma non ci ha saputo dire quali». Proprio l’assessore ha spiegato che «il provvedimento del sindaco è motiva-to da ragioni igienico-sanitarie e volto a tutelare i bambini e le famiglie che non possono vivere in spazi non attrezzati privi di acqua, luce e servizi igienici». Contro lo sgombero si sono schierati anche Moni Ovadia, Gad Lerner, Santino Spinelli e Luigi Manconi «preoccupati dalle ragioni e dai modi». Critici anche radicali e grillini mentre Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 Giugno che lavora a Castel Romano, avverte: «meglio presidiare il campo: c’è il rischio scontri».
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