I Radicali depositano 5 referendum su custodia cautelare, abolizione ergastolo, responsabilità giudici

Dalla Rassegna stampa

Cinque quesiti referendari “per una giustizia giusta”. Li hanno depositati questa mattina in Cassazione i Radicali. Si va dalla responsabilità civile dei magistrati all’abolizione dell’ergastolo.
Responsabilità civile dei magistrati. “Con questi due quesiti - si legge in una nota del partito guidato da Marco Pannella - si intende rendere più agevole per il cittadino l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, e ciò anche per i danni da questi cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove”.
Separazione delle carriere dei magistrati. “Il modello processuale del giusto processo imposto dall’articolo 111 della Costituzione e proprio di ogni democrazia liberale - sostengono i Radicali - non può realizzarsi senza un giudice terzo, ossia realmente equidistante tra il pubblico ministero e il difensore”.
No all’abuso della custodia cautelare. Secondo i promotori dei quesiti referendari “lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subìto una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza”. Per questo, con il referendum, “si intende limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva”.
Abolizione dell’ergastolo e fuori ruolo. “Abolire il carcere a vita - si legge ancora - significa superare il concetto di pena come vendetta sociale. In molti Paesi europei, e non solo europei, l’ergastolo non è previsto neppure come ipotesi. Quello che deve essere chiaro, al di là delle opinioni politiche e personali, è che la nostra Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. E il “fine pena mai” è incompatibile con questo principio costituzionale. Infine c’è un quinto quesito che riguarda i magistrati fuori ruolo, chiedendo misure maggiormente restrittive per il loro lavoro.
“Si tratta di referendum - ha spiegato Alessandro Gerardi del comitato per una giustizia giusta - contro l’immobilismo della politica per riproporre al centro del dibattito pubblico i temi sulla giustizia e sul carcere che il governo ha detto che non vuole affrontare e quindi noi diamo la parola ai cittadini. I sei quesiti vengono proposti a 30 anni dall’arresto di Enzo Tortora e a 25 anni dalla sua morte. Del comitato fa parte anche la compagna di Tortora, Francesca Scopelliti. Alla campagna referendaria hanno già aderito i giornalisti Filippo Facci, Vittorio e Mattia Feltri, tutti gli ex parlamentari del partito Radicale e Alfonso Papa. “Intendiamo passare - ha detto Alfonso Papa - dalla parola ai fatti. Perché al di là degli slogan nessuno oggi nel Parlamento italiano ha la volontà di avviare una riforma”.

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