Il quotidiano della Cei contro il Gran Maestro del Goi e Staderini

Dalla Rassegna stampa

 Finalmente risplende la verità. Ici. 8 per mille, esenzioni lecite o illecite? La spiegazione  è semplice. Contro la Chiesa è in  atto un complotto, anzi l`aggressione di un  serpente a due teste. L`una è radicale, l`altra  è massonica. Così tutto è chiaro e i fedeli  cattolici, fra i quali pure abbondano interrogativi  in proposito, stiano tranquilli. I nemici  della Chiesa cercano un "bersaglio da  additare all`odio popolare".  Esplosa la discussione sull`evasione fiscale  degli enti ecclesiastici e i sovvenzionamenti  statali alla Chiesa, l`Avvenire perde le stoffe.  Un fondo del direttore attacca radicali e  giornalisti, colpevoli di "spacciare leggende  nere e cifrati anatemi contro la Chiesa" e  denuncia un fantomatico "ordine di attacco...  dev`essere detto che la salvezza dell`Italia  in crisi sta nel colpire la Chiesa". Una  pagina interna evoca il "mobbing mediatico".  Questi nemici aizzati dai radicali sono spietati.  Vogliono (secondo l`editoriale diAvvenire)  fulminare di tasse "mense dei poveri,  case di accoglienza, oratori, ostelli, scuole,  musei".  L`arcidiavolo è il segretario radicale Staderini,  la metà della "campagna anti-Chiesa".  Ma è troppo poco. C`è un`altra metà occulta.  Voilà. Gustavo Raffi, Gran Maestro  del Goi, la "più antica e numerosa comunione  della massoneria italiana".  Don Brown si dia da fare. E già pronta la  trama di un film. Staderini suggerisce all`Avvenire  come altri demoni complottatori:  "Gatto Silvestro, Gargamella, Lupo Ezechiele e la Regina di Biancaneve.  "  Per restare con i piedi per terra conviene  ricordare pacatamente all`Avvenire che sul  Fatto Quotidiano è stata posta sin dall`inizio  una domanda fondamentale, che circola  nelle teste di tanti cittadini credenti e  diversamente credenti. La Chiesa è disponibile  o no - di fronte al rischio di crack  dell`Italia - a rinunciare volontariamente  a una parte delle sovvenzioni statali derivanti  dall`8 per mille, visto che tagli pesanti  sono imposti a settori vitali come sanità,  istruzione, enti locali? È una domanda  non acrimoniosa, che nulla disconosce dell`impegno  della Chiesa per i più deboli.  Il fondo di Avvenire non dà risposta. E un  mutismo ostinato. Silenzio continua a esserci  sulla stortura del doppio conteggio  dell`8 per mille, che utilizza anche le "quote"  del sessanta per cento di contribuenti  che non vogliono dare soldi alle confessioni  religiose o a iniziative umanitarie dello Stato,  lasciando al bilancio statale la loro quota  di Irpef Silenzio sulla possibilità, prevista  dalla legge istitutiva, di ricalcolare insieme  (Stato e Chiesa) il gettito per l`istituzione  ecclesiastica. Silenzio sull`obbligo imposto  a Stato ed enti locali di pagare due volte la  missione dei sacerdoti: una volta con l`8 per  mille e un`altra volta ancora con convenzioni  per stipendiare il clero in ospedali, case  di cura e carceri. Silenzio sull`urgenza di  eliminare le zone grigie di elusione fiscale  per attività commerciali. Silenzio  sulla necessità che le diocesi presentino  un bilancio pubblico dei propri beni mobili e  immobili come avviene in altri paesi europei.  Il vicepresidente del Senato Emma Bonino

dichiara che gli atti della commissione parlamentare,  incaricata di supervisionare la  revisione triennale del gettito dell`8 per mille,  sono coperti dal segreto. Mente il vicepresidente  del Senato? E se non mente, Avvenire  concorda sull`urgenza di rendere  pubblici i dati?  E facile agitare il vessillo della demonizzazione,  più difficile - in Italia almeno  - discutere di soldi e di tasse oggettivamente,  senza le categorie di amico o  nemico.  La posizione dei diavoli radicali è che l`Ici si  debba pagare per ogni attività commerciale.  Escluse quelle di culto e cura delle anime,  formazione del clero, scopi missionari,  catechesi, educazione cristiana, assistenza,  beneficenza, educazione. Si fatica a vedere  in questa formulazione un odio perla  Chiesa.  Sul giornale dei vescovi un onesto parroco  romano scrive di pagare le tasse su un appartamento  donato alla parrocchia. Basterebbe  un cenno dei vescovi per aprire  un`indagine in ogni diocesi.  L`Avvenire di ieri ci regala però una perla,  da non perdere. L`Opera romana pellegrinaggi  - ci informa - "ha sede in Vaticano"  e "paga le tasse dovute alla sua attività in  territorio italiano". Delizie del linguaggio monsignorile. L`Opera romana pellegrinaggi  è un efficiente e imponente operatore  di turismo religioso. Il suo bilancio è  sconosciuto. I suoi introiti ancora di più.  Ora è ribadito che ha sede in un paradiso  fiscale non previsto dal concordato. È "romana"  in tutto per tutto, ma basta un saltino  e sparisce oltre confine. "È bella la domenica  a Genova. “

 

 

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