Quei rifugi temporanei

Dalla Rassegna stampa

Se esiste un metro per misurare il nervosismo, l'insofferenza, lo scetticismo e anche la paura dei mercati nei confronti ora dell'evoluzione ora dell'involuzione della crisi del debito sovrano europeo, lo si può trovare nell'andamento della curva dei rendimenti dei titoli di Stato a breve e brevissimo termine. Quello che è accaduto ieri nelle aste dei "BoT" di Germania e Francia e sul mercato secondario dei BTp e dei Bonos a due anni misura con una discreta approssimazione lo stato d'animo, molto agitato, dei mercati alla vigilia di un Eurogruppo incentrato ufficialmente sulle risoluzioni dell'ultimo Consiglio Europeo e dunque sulle modalità attuative della ricapitalizzazione delle banche spagnole e dell'uso aggiuntivo dei fondi "parafiamme" anche come strumenti di mera stabilizzazione dei mercati, in chiave scudo anti-spread e non solo salva-Stati.

I Bubill semestrali tedeschi e i BTf francesi a tre e sei mesi sono stati tutti assegnati a tassi negativi per una raccolta totale di circa 10 miliardi: pur di parcheggiare la liquidità in un lido sicuro, i sottoscrittori delle aste dei due Stati "core" hanno accettato una remunerazione negativa dalla Germania, -0,0344%, e dalla Francia, con -0,005% sul trimestrale e -0,006% sul semestrale. Intanto, in un movimento diametralmente opposto, la remunerazione richiesta sui titoli di Stato italiani e spagnoli a due anni è salita: i Bonos a 24 mesi ieri hanno sforato la soglia del 5%, portandosi al 5,02%, mentre

i decennali si sono assestati oltre il 7%, dando l'impressione che da lì non hanno gran voglia di tornare indietro. I BTp con vita residua di due anni sono stati scambiati sul secondario ben oltre il 4%, fino al 4,14% con un aumento di 28 punti base (centesimi di punto percentuale) rispetto allo scorso venerdì, uno scostamento superiore a quello registrato in giornata dal BTp decennale.

Insomma, è andata peggio sulla parte a breve della curva dei rendimenti rispetto alla parte lunga: il differenziale tra il costo del rifinanziamento del debito tra Italia e Germania si è ampliato molto sulle scadenze brevi, quelle che, in tempi normali, riflettono meno o per nulla il rischio di default. Proprio ieri il Tesoro ha annunciato che il prossimo giovedì collocherà 7,5 miliardi di BoT a 12 mesi, contro i 10,425 in scadenza: l'extra-liquidità servirà da sostegno a un Buono che già lo scorso mese è stato collocato a un rendimento abnorme, a un soffio dal 4% (il 3,972 per cento).

Picchiare sul breve termine è equivalso ieri al lancio di un s.o.s. ai politici europei riuniti nell'edificio Justus Lipsius sul Rondpoint Schuman a Bruxelles. E questo perchè, sebbene i mercati siano oramai perfettamente consapevoli dei tempi lunghi necessari alla politica e più che accondiscendenti sull'importanza strategica da assegnarsi ai traguardi a lunghissima distanza, l'Eurozona non può comunque esimersi dall'intervenire sul breve termine, nell'immediato, se dovesse servire. I mercati hanno applaudito al progetto di sorveglianza bancaria unica europea che consentirà all'Esm di ricapitalizzare direttamente le banche – la prima vera condivisione dei debiti europei – anche se tutto questo non si concretizzerà prima del 2013. Ma i mercati sono rimasti delusi per la mancanza di concretezza sull'intenzione politica manifestata dai 17 di rendere maggiormente flessibili ed efficienti i firewalls Efsf/Esm nell'ambito della stabilizzazione dei mercati, cioè nella funzione di scudo anti-spread. I traders e gli attuali detentori dei titoli di Stato di Italia e Spagna, di fronte allo sgretolamento quotidiano dei prezzi, hanno in mente una sola domanda: chi interverrà, nelle prossime ore o settimane, per sostenere con acquisti massicci le quotazioni e per calmierare i rendimenti dei titoli di Stato periferici, se i tassi dei BTp dovessero tornare sopra il 7% e quelli dei Bonos sopra l'8 per cento? L'Efsf e l'Esm dovranno attrezzarsi, alla svelta, in un'ottica di breve, brevissimo termine, con risorse e modalità di intervento adeguate, per entrare a gamba tesa sul mercato primario e secondario dei "govies" di Italia e Spagna. E se questo non dovesse essere possibile, allora la Bce – per quanto recalcitrante – dovrà riattivare il Securities markets programme dormiente da 17 settimane, oppure lasciare ben in vista sul suo tavolo una terza LTRO o iniziare a lavorare per l'Esm nella veste inedita di "super-banca-agente". La politica guardi pure al lungo termine, ma senza ignorare il breve.

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