Noi, poveri «salassati» dal Fisco

Dalla Rassegna stampa

C'è poco da fare. Un libro che s'intitola Il salasso (scritta e disegno bianchi, che evocano il colore della bandiera della resa, su sfondo rosso fuoco) non può che essere dedicato al Fisco. Infatti lo è. Autore il giornalista Dino Pesole, che i lettori del Sole 24 Ore conoscono bene e apprezzano per la competenza e lo stile asciutto.

"Come non finire dissanguati dalle tasse - cinque mosse per cambiare il fisco", recita il sottotitolo. Cinque parole, in fondo una speranza di "buongoverno" (la raccolta di scritti curata da Ernesto Rossi nel 1954 che contiene il saggio di Luigi Einaudi sulla "Riforma tributaria") richiamata nella prefazione di Carlo Azeglio Ciampi: semplicità, correttezza, trasparenza, tempestività, premialità.
Però. Qualcosa non torna. Ciampi scrive della necessità di una «modifica radicale della relazione Stato-cittadino, un obiettivo che richiede alle istituzioni l'esercizio costante di un'opera di pedagogia civile, condotta innanzitutto con l'esempio, tale da investire ogni ambito della vita pubblica e collettiva». Già, ma se l'esempio che viene dalle istituzioni - come mostra la cronaca di questi giorni- è di segno opposto? Se una legge dello Stato, lo Statuto del contribuente, è violata per anni a passo di carica da parlamenti e governi tanto (come ammette il ministro dell'Economia Vittorio Grilli) che lo strappo al principio della non-retroattività delle norme fiscali è divenuta una "regola" e non l'eccezione, insomma, di cosa parliamo?

Parliamo proprio del Salasso, che è cosa assai più ampia della sacrosanta denuncia di un'eccessiva pressione fiscale che grava sul popolo dei "salassati", cittadini ed imprese che siano. Non a caso, il libro di Pesole si apre con due citazioni. La prima, recentissima, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo cui gli evasori fiscali «non meritano di essere associati alla parola Italia». La seconda, che data 1979, del grande giurista e riformatore inascoltato Massimo Severo Giannini: «Il potere pubblico viene sovente a presentarsi come un singolare malfattore legale, che permetta a sé ciò che invece reprime nel privato».
Metteteli assieme, i problemi richiamati in epoche diverse da Napolitano e Giannini, e avrete il "patto" scellerato (non scritto ma praticato) che fa da sfondo al Salasso. Evasione da un lato, protervia dall'altro. I due vizi convergenti. 275 miliardi di base imponibile sottratta a tassazione, scrive Pesole, «segnalano che evasione ed elusione sono patologlie che tagliano trasversalmente tutta l'economia e la società italiana». Il che è una faccia della formidabile "questione fiscale". L'altra è quella di un sistema "fortemente squilibrato" (l'80% delle entrate arrivano da lavoratori dipendenti e pensionati detentori però del solo 30% della ricchezza nazionale) che impone pesanti oneri burocratici e leggi complicate e di difficile interpretazione, che spesso sfociano in un contenzioso tanto lungo da accrescere la spirale dell'incertezza. Un sistema dove la pressione fiscale è arrivata a livelli ultra-scandinavi (più del 45% in generale, circa il 55%, se si tiene conto del sommerso, per chi le tasse le paga) a fronte di servizi resi di pessima qualità.

Cambiare passo e direzione di marcia è una scelta obbligata. E la quinta parola-mossa richiamata da Pesole è "premialità". Si potrebbe prevedere, scrive, l'introduzione di un incentivo per i contribuenti che «aderiscano spontaneamente all'obbligo in linea con quanto l'amministrazione finanziaria si attende da loro».
Si potrebbe, certo. Ma qui si fa strada il realismo scettico del sociologo Luca Ricolfi, intervistato da Pesole assieme a Raffaele Lupi, Alessandro Santoro, Tito Boeri e Giuseppe Pisauro. La premialità richiederebbe un'amministrazione fiscale molto meglio attrezzata già oggi. E poi Ricolfi teme una meritocrazia interpretata da "mostruosi apparati di valutazione" che distribuiscono pagelle e bollini. Per un nuovo popolo di "congrui e coerenti" ai parametri del Fisco, aggiungiamo. Prima, interrompiamo il salasso.

 

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