Posta elettronica a ostacoli certificati

Dalla Rassegna stampa

La posta elettronica certificata si fa strada a fatica. A cinque giorni dalla scadenza del 29 novembre, giorno entro il quale le società devono comunicare il proprio indirizzo Pec al Registro imprese, solo il 36,5% delle iscritte si è messa in regola. Anche se le Camere di commercio stimano che alla fine la copertura arriverà al 60 per cento. I professionisti, obbligati a comunicare la propria Pec all'Ordine di appartenenza già da due anni, si sono allineati, nella stima più ottimistica, nel 75% dei casi (e la legge di stabilità 2012, non a caso, torna a ricordare l'obbligo degli Albi di pubblicare l'indirizzo Pec degli iscritti). In realtà, la posta elettronica che sostituisce la raccomandata con ricevuta di ritorno, è stata introdotta per far risparmiare carta, soprattutto alla Pa. Ma la stessa Pubblica amministrazione centrale e locale, con 25mila caselle attive in tutto, non potrà facilmente garantire risposte certe in tempi rapidi a milioni di utenti. Il successo della Pec dipenderà in gran parte da questo: dall'utilità che il nuovo strumento dimostrerà di avere nella quotidianità, al di là dell'obbligo fissato per legge.

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