Pannella: "Le infiltrazioni erano note. Finalmente se ne sono accorti..."

Il leader radicale: «da anni denunciavamo le associazioni a delinquere. Cosa ho pensato leggendo dell'inchiesta sulla mafia a Roma? Ma toh, guarda un po', se ne sono accorti!».
Fa un largo sorriso, Marco Pannella, ancora oggi, a 85 anni e con problemi di salute, impegnato in uno sciopero della fame contro lo stato della giustizia, «contro la non ragionevole durata dei processi».
Dietro di lui, giacca, cravatta e un toscanello all'aroma di grappa tra le labbra, nella sala riunioni della sede dei Radicali tappezzata dei poster di tante battaglie, uno degli anni '90 recita
«826.000 candidati della partitocrazia avanzano per saccheggiare città e regioni. Non cadere nelle loro mani, iscriviti al Partito radicale».
Quindi quello che si sta scoprendo da questa inchiesta non l'ha stupita?
«Noi abbiamo fatto grandi battaglie contro la deturpazione di Roma. Rita Bernardini (segretario dei Radicali, ndr) nel 2007 denunciò il fatto che esisteva nella realtà romana, presso alcuni commercianti, un retroterra camorrista. Io stesso denunciai l'inquinamento di organizzazioni camorristiche lungo la costa: ci minacciavano querele che poi non arrivavano mai... Nella nostra storia abbiamo sempre fatto battaglie, lotte urbanistiche già 60 anni fa... E io nel '92 chiesi ufficialmente che i partiti di regime venissero indagati perché costituivano associazioni a delinquere contro il sistema legale del potere».
Adesso è arrivata la magistratura.
«Bisogna rendere omaggio - anche se bisogna vedere in che misura tutti i diritti di difesa siano stati rispettati - al lavoro di indagini del procuratore Pignatone per un lavoro che avrà impiegato molto tempo e un grosso lavoro di squadra».
Secondo lei sarebbe il caso di sciogliere il Comune di Roma?
«A livello di giurisdizione italiana ci sono stati scioglimenti a go go per inquinamenti mafiosi. Da questo punto di vista è indubbio che i precedenti ci sono e non sono mai stati contestati come illeciti: nessuno ha detto 'non si può fare perché sono persone elette dal popolo'».
Però Roma è la Capitale...
«A maggior ragione! In realtà periferiche, poco conosciute e poco istituzionalizzate si interviene in questo modo, e nella capitale no?».
Molti temono la vergogna di vedere la notizia del Comune di Roma sciolto per mafia su tutti i giornali dei mondo.
«La vergogna sarebbe stata se tutti i giornali del mondo avessero continuato a tacere sulla realtà di Roma e italiana».
Adesso come se ne esce?
«Come? Con la democrazia e l'onestà».
Renzi ha commissariato il Pd romano, ha fatto la mossa giusta?
«Reni potrebbe sbagliarsi e fare la mossa giusta... Lui è espressione del regime partitocratico, e quindi criminale».
E il sindaco Marino cosa dovrebbe fare?
«Marino e Renzi sono espressióne di storie che non possono consentire loro interventi capaci di superare la peste italiana della corruzione. Ma Marino ha avuto una tentazione radicale, sa? Lo conobbi anni fa, prima che se ne andasse in America, alla Cattolica, in una grande iniziativa contro il Concordato».
Nell'inchiesta sono coinvolti esponenti di destra e di sinistra, il M5S è la soluzione?
«La risposta è già nella domanda. Posto però che i Cinque stelle abbiano voglia e siano autorizzati dall'alto, bisogna avere la capacità di fare certe battaglie».
E loro ce l'hanno?
«Possono formarsela. Alcuni di loro sono venuti da noi per chiedere di aiutarli. E io alle comunali ho votato per il loro candidato: non davo fiducia a Grillo e non lo ritenevo capace di fare delle battaglie in positivo, ma mi sembra che questi giovani sarebbero felici di ereditare le nostre capacità di fare battaglie».
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