Ognuno faccia la sua parte

Dalla Rassegna stampa

Una perdita di competitività per l'Italia di 30 punti in 15 anni rispetto alla Germania non lascia dubbi sull'importanza del fattore produttività in chiave anti-declino. Tanto più se, come evidenzia l'ultimo rapporto del World economic forum, nel cuore della vecchia Europa sono ancora possibili performance di tutto rilievo: non solo infatti la Germania ha superato nella classifica della competitività gli Stati Uniti, collocandosi in sesta posizione, ma tra i primi dieci posti della graduatoria sono ben sei i Paesi europei.

L'Italia purtroppo figura solo al 42esimo posto. Perciò è un bene verificare ogni strumento contrattuale che permetta di valorizzare al massimo la produttività del lavoro a livello aziendale, come del resto previsto dall'accordo del 28 giugno 2011 e sollecitato dalla stessa Unione europea.
Sono numerosi i contratti che andranno rinnovati nei prossimi mesi. E lo saranno in una situazione di grande difficoltà di interi settori produttivi, senza margini da parte delle aziende sul fronte del costo del lavoro. Confrontarsi sulla possibilità di scambiare in sede aziendale livelli salariali in cambio di una maggiore flessibilità e quantità di lavoro, all'insegna appunto della produttività, può e deve essere un'opportunità.

Imprese e sindacati dovranno fare, come ha chiesto ieri Monti nell'incontro a Palazzo Chigi, la propria parte. Allo stesso modo, però, il Governo non può e non deve chiamarsi fuori. Intese innovative sul fronte della produttività del lavoro meritano di essere accompagnate da strumenti fiscali che possano in qualche modo favorirle. Ridurre i fondi disponibili per la detassazione di premi di produttività e straordinari, come è stato fatto con l'ultima legge di stabilità (con il vecchio governo), è in questo senso un autogol.

Se la produttività è davvero prioritaria - e certamente lo è - sarebbe bene che il Governo facesse ogni sforzo per mettere un po' di risorse su questo capitolo.
Produttività, poi, non è solo contratti e regole del lavoro. È anche ricerca e innovazione, infrastrutture, fisco più semplice. Sono tutti settori dove il Governo è chiamato a favorire gli investimenti delle imprese, con misure nuove, ma anche con l'attuazione del tanto che è stato già approvato. La "temperatura" dell'autunno italiano passerà anche da qui.

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