Neutrini in transito

Parafrasando, si potrebbe dire: "Relatività, o - fate voi - relativismo, quanti delitti si compiono in tuo nome", Non lo dico perché, se non il relativismo, la relatività sembra proprio morta o quanto meno agonizzante, e non è bello infierire su chi cade. Un recente esperimento, effettuato congiuntamente nei laboratori del Cern di Ginevra e dell'Istituto di Fisica nucleare del Gran Sasso, ha accertato che i neutrini misteriose particelle subatomiche da tempo all'attenzione dei fisici - possono viaggiare a una velocità superiore a quella della luce. L'esperimento smentirebbe uno dei fondamenti della teoria della relatività ristretta, come stabilita da Einstein nel 1905, e cioè che è impossibile, per un elemento fisico dotato di massa, superare la velocità della luce. Se verrà ulteriormente confermato (è stato contestato da alcuni dei fisici che hanno partecipato all'esperimento e da ambienti scientifici, ma la serietà e credibilità dei due centri non viene messa in discussione da nessuno) cadrà l'intera teoria della relatività, con conseguenze descritte dalla stampa in termini epico-lirici: "La folle corsa (dei neutrini) ha la potenza di sbriciolare il pilastro su cui si regge la fisica da più di un secolo"; i "parametri" raggiunti dai neutrini nel loro viaggio tra Ginevra e il Gran Sasso dell'Aquila sono giudicati dai fisici "al di là perfino delle più ardite speculazioni"; c'è chi ha tirato in ballo Lucrezio e la sua descrizione del moto degli atomi; e infine - secondo un autorevole fisico, mica un lettore di Verne - "potremmo immaginare che i neutrini arrivino al Gran Sasso ancora prima che vengano sparati dal Cern": come dire, "grazie alla supervelocità del neutrino" vedremo "l'effetto prima della causa". Non avete capito cosa questo significhi? Bene, altri serissimi scienziati si azzardano in "meravigliose speculazioni", perché l'esperimento potrebbe "rendere possibile in teoria viaggi nel tempo e universi paralleli". Insomma, quanto è accaduto "è un passo verso la fantascienza". Come ironizza un autorevole quotidiano romano, si può capire se quei fisici del Fermilab di Chicago che nel 2007 giudicarono insufficienti e inaffidabili i parametri riscontrati e annullarono un loro analogo esperimento oggi si mordono le mani.
Non saprei dire - non ho le competenze necessarie - quali sono esattamente i confini tra relatività scientifica e relativismo culturale e I o filosofico. Sicuramente, però, un qualche influsso sulla filosofia relativista contemporanea devono averlo avuto le ricerche di Einstein e di Heisenberg, che stabilivano che anche il mondo fisico non poggia, almeno nella conoscenza dell'uomo, su basi granitiche e inamovibili: e se la realtà fisica è un oceano di incertezze, perché chiedere all'uomo certezze etiche? La chiesa risponde invece che l'uomo deve avere delle certezze (non solo etiche, ma anche gnoseologico-cosmologiche) fondate sulla verità rivelata da Cristo e il deposito che ne custodisce la chiesa: l'uomo non deve in alcun modo abbandonarsi al flusso dei tempi e alle variazioni delle credenze e dei costumi. Benissimo, ma è curioso che, proprio nel giorno della sensazionale scoperta dei fisici del Cern, i giornali riportassero anche la notizia che la Cassazione ha depositato una sentenza la quale afferma - addirittura che la Costituzione garantisce e tutela la famiglia di fatto, "quale formazione sociale in cui si svolge la personalità dell'individuo". "I giudici - commenta il quotidiano che dà la notizia "ripercorrono l'evoluzione della convivenza nella nostra società e nel nostro diritto: mentre un tempo la si considerava in modo negativo (nb: i 'concubini', non ammessi ai sacramenti) oggi è diffusa nel costume sociale ed è non solo tollerata ma anzi 'positivamente connotata'; pertanto, la legge dovrà recepire "un diverso modello familiare, aperto e comunitario, una sicura valutazione dell'elemento affettivo rispetto ai vincoli formali e coercitivi". Mi pare che sia un bell'esempio di come i costumi e il senso dell'etica e dei principi evolvano verso situazioni e valutazioni via via differenti nel tempo.
Lutero, Ratzinger e il "bosone di Higgs"
Siamo insomma immersi nel relativo se non nel relativismo; e, a ben considerare, se non fossimo continuamente - per così dire - a rischio, non avvertiremmo il bisogno di certezze assolute, chiamatele Dio o come volete.
Purtroppo, anche qui qualcosa cambia. Almeno una certezza assoluta fino a ieri promessaci proprio dalla scienza sembra ormai fuori di portata (o di speranza): come sappiamo, i fisici di tutto il mondo si sono a lungo dannati alla ricerca del "bosone di Higgs", detto anche il "bosone di Dio". Con la scoperta della misteriosa particella avremmo potuto pare - discendere fino alle conoscenze fondamentali circa la realtà ultima dell'universo. Purtroppo, nonostante tutti gli esperimenti compiuti nel merito, di questo misterioso ed essenziale bosone non vi è traccia. Durante il recente viaggio in Germania, Papa Ratzinger ha riconosciuto l'importanza di Lutero nella storia cristiana. Ben fatto. Noi come commenteremmo la notizia? Da laici, ricordando il vichiano "Veritas filia temporis."
© 2011 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU