Nella giusta direzione

Dalla Rassegna stampa

L'ormai annosa questione carceraria è tornata alla ribalta della cronaca e del dibattito parlamentare, benché probabilmente negli ultimi anni sia sempre stata sotto i riflettori, sebbene talvolta in maniera sommessa. Ad ogni modo negli ultimi mesi il problema ha spesso occupato spazi importanti della vita politica italiana, con il conseguente riflesso mediatico che ne è derivato. Alla battaglia del Partito Radicale, il cui contributo ha avuto certamente il merito di sensibilizzare parte dell'opinione pubblica e delle Istituzioni, si è aggiunta l'attenzione che lo stesso Presidente della Repubblica ha dedicato alla situazione carceraria ed infine, anche il Guardasigilli Palma, tra le prime misure intraprese dall'insediamento a Viale Arenula, si è attivato alla ricerca di azioni che potessero risolvere il problema in maniera più o meno definitiva. A seguito di un'audizione a Palazzo Madama, il ministro si è incontrato anche con il Sappe, Sindacato della Polizia Penitenziaria, per approfondire le criticità del sistema carcerario, con particolare riguardo alle principali problematiche del Corpo di Polizia Penitenziaria. A tal proposito il segretario generale del Sindacato, Donato Capece ha fatto sapere di avere "apprezzato la disponibilità del Ministro Palma a confrontarsi con il Sindacato e la sensibilità ai problemi del Corpo di Polizia Penitenziaria, del quale ha dimostrato di conoscere i vari problemi organizzativi ed operativi".

Secondo quanto riportato ancora da Capece, il Guardasigilli avrebbe manifestato l'intenzione "di andare concretamente ad incidere sul fenomeno sliding doors per detenuti con detenzioni brevi e brevissime che entrano ed escono dal carcere al massimo in 7 giorni in tutto ma che incidono concretamente e pesantemente sul sovraffollamento: parliamo di circa 90mila detenuti l'anno".

I dibattiti e gli incontri, pur nella loro importanza, non sono però le uniche strade che si stanno percorrendo, dal momento che sono sempre maggiori le visite 'istituzionali' organizzate presso le strutture detentive, proprio al fine ti toccare con mano le principali problematiche che pongono il sistema in uno stato di sofferenza. Tra le ultime in ordine di tempo, vi è stata quella di ieri che ha visto sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati recarsi preso il carcere di Rebibbia a Roma.

"Certamente il sovraffollamento delle carceri è una piaga. Ed è proprio per questo - ha dichiarato il sottosegretario al termine della visita della casa circondariale - che stiamo attuando delle misure per cercare di dare una vita più dignitosa ai detenuti. Ritengo però che, al di là del sovraffollamento, che è una questione grave per la quale abbiamo dichiarato l'emergenza, sia molto importante avere nelle carceri spazi per il recupero dei detenuti". Precisa la puntualizzazione della Casellati che trova sponda nell'art. 27 della Costituzione, allorché si precisa l'importanza della funzione di riabilitazione e di rieducazione dei condannati alla pena detentiva.

"I detenuti in cella - ha infatti precisato il sottosegretario - non ci dovrebbero mai stare, forse solo per dormire. Dovrebbero avere un'attività formativa, nel senso di un'istruzione e di un lavoro. Dovrebbero avere quindi una sorta di preparazione per il dopo. Questo significa - ha aggiunto Casellati - che il carcere non ha più una dimensione di restrizione ma di apertura verso il futuro.

È questo quello che conta".

Una visione questa decisamente riformista, che associata all'apprezzabile invito del ministro Palma, rivolto nel corso dell'audizione al Senato, ad utilizzare la custodia cautelare solamente come 'estrema ratio', fa onore non solo al Ministero della Giustizia, ma a tutte le Istituzioni italiane, perché va ad incidere direttamente su quei principi di dignità dell'individuo e di tutela della persona, con riferimento anche ad istanze di stampo profondamente garantiste, che sono alla base di tutte le democrazie.

Se queste sono le basi per intervenire con la riforma del sistema giustizia di cui si parla ormai da tempo, l'impressione è che si stia procedendo nella giusta direzione.

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