Nel Mulino bianco Barilla non ci sono famiglie gay

Dalla Rassegna stampa

Dove c’è Barilla c’è casa. E una famiglia rigorosamente eterosessuale. Almeno secondo il presidente del gruppo parmense, Guido Barilla: «Non faremmo mai uno spot con un famiglia omosessuale». «Di questo passo, nel Mulino Bianco a mangiare taralli ci resteranno solo Barilla e Banderas». Un auspicio tagliente, quello del senatore Pd ed ex presidente Arcigay Sergio Lo Giudice, che ben fotografa la giornata di fuoco vissuta ieri dallo storico marchio di pasta e merendine made in Italy. Sommerso da proteste di associazioni gay e di semplici consumatori, da inviti al boicottaggio letteralmente decollati su twitter, mentre in Parlamento si sfiora la rissa tra chi attacca l’imprenditore e chi lo difende. E i concorrenti sul mercato si preparano a fare tesoro delle dichiarazioni di Barilla, mercoledì su Radio 24: «Se ai gay non piace la nostra comunicazione possono sempre mangiare un’altra pasta». Detto fatto, la comunità Lgbt reagisce con determinazione e la consueta ironia. «Se le famiglie formate da gay e lesbiche non fanno parte della sua tavola, siamo noi a votargli le spalle - avverte Flavio Romani, presidente di Arcigay Abbiamo lanciato una campagna, "Siamo tutti della stessa pasta", sui social network e con volantinaggi davanti ai supermercati». «Non resta che aderire all’invito e non acquistare più prodotti del gruppo, incluso Voiello», detta anche il deputato Pd Ivan Scalfarotto. La governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini si indigna su Fb: «E se Barilla avesse detto: mai un nero nei nostri spot, mai un ebreo nei nostri spot, mai un disabile... e così via... Davvero sceglierò un’altra marca».

I commenti sui social media sono centinaia e centinaia. In gran parte di condanna della Barilla, di cui storpiano gli spot («Omofobi, dove c’è Barilla c’è casa). Ma non mancano quelli a favore dell’imprenditore, perché «non ha detto nulla di strano». In compenso la concorrenza posta su Fb: «A casa Buitoni c’è posto per tutti». Bastano poche ore al gruppo per capire il danno, Guido Barilla si scusa. Via twitter, dove già spopola l’#boicottabarilla, lanciato dall’associazione omosessuale Equality Italia. Quindi su Facebook: «Volevo solo sottolineare la centralità del ruolo della donna nella famiglia», precisa Guido Barilla (l’intervista in effetti partiva dalla sollecitazione della presidente della Camera Laura Boldrini contro gli stereotipi della «donna che serve a tavola» in pubblicità: sollecitazione non condivisa dall’imprenditore). «Ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza distinzione - continua Barilla -, per i gay e per la libertà di espressione di chiunque».

I DATI EURISPES

Il presidente della multinazionale aveva parlato in verità di «valore sacrale della famiglia». E se aveva detto sì ai matrimoni omosessuali («ma sono contrario all’adozione per i gay»), aveva poi precisato che «gli omosessuali hanno diritto di fare quello che vogliono, ma senza disturbare gli altri». E che «la famiglia a cui ci rivolgiamo è quella tradizionale». Come dire: non ci interessa vendere a modelli "diversi" di famiglia. E dire che proprio ieri Eurispes lo sbeffeggia: «Farebbe meglio a informarsi: l’omosessualità non è più un tabù, l’82% degli italiani dichiara di non avere nei confronti degli omosessuali atteggiamenti diversi rispetto a quelli nei confronti di chiunque altro». Le scuse non fermano le polemiche. Mentre diversi esponenti Pd e Sel bacchettano Barilla, si dichiarano entusiasti della sua pasta leghisti, la pasdaran cattolica del Pdl Eugenia Roccella, l’ex ministro Giorgia Meloni, Casapound. Alla Camera poi un deputato di Sel e il leghista Gianluca Buonanno quasi vengono alle mani quando quest’ultimo espone un finocchio mentre interviene il vendoliano Alessandro Zen, esponente del movimento gay.

 

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