Napoli: inferno Poggioreale, ieri il blitz del capo degli ispettori del ministero della giustizia

Ha ripercorso la strada compiuta da cinquecento cittadini al giorno, quelli che si mettono in fila all’alba per un colloquio con un parente detenuto. Ha incontrato i vertici della struttura, gli operatori, gli esperti di formazione, ma ha anche ascoltato storie di vita vissuta, realtà ordinaria per chi è lì in attesa di incontrare un padre, un fratello, un marito. Eccolo il primo giorno di Francesco Cascini, capo dell’ufficio ispettorato del Dap, giunto a Napoli per una visita nel carcere di Poggioreale. Napoletano, per anni pm in forza al pool criminalità economica e alla sezione anticamorra, Cascini è tornato in una realtà spesso al centro delle attenzioni della politica e dei media.
Un blitz annunciato quello di ieri mattina, chiesto dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, dopo il reportage del Mattino on line, dopo la ricostruzione della vita al di là delle mura blindate, oltre le sbarre, nel chiuso di una sala colloqui.
Hanno impressionato le mani di bambini appoggiati alle grate che separano la folla di parenti di detenuti al resto della strada di via Nuova Poggioreale, al resto del mondo civile.
Un sopralluogo del capo dell’ufficio ispettorato, che sembra confermare lo sforzo di via Arenula per migliorare le condizioni di vita (e di lavoro) all’interno della casa circondariale. A partire dai più piccoli, secondo quanto sostenuto ieri mattina dal ministro guardasigilli in un’intervista su questo giornale (leggi), ripensando sempre e comunque alle immagini di bambini di pochi anni costretti a subire lunghe attese prima di accedere nel penitenziario.
È stato il ministro a lanciare un’idea, un’ipotesi di semplificazione: come il sistema diviso per lettere - ha spiegato il ministro - un modo per disciplinare l’accesso, a partire dalle iniziali del cognome. Una strategia che potrebbe sfoltire la fila, in attesa di interventi strutturali, come la realizzazione di quattro nuovi locali per i colloqui. Sono pronti, dovranno essere consegnati a breve, potrebbero rendere più rapido l’ingresso, più confortevoli le visite all’interno della struttura circondariale. Possibile inoltre che, alla luce del report firmato dal capo degli ispettori, ci sia anche un potenziamento delle risorse umane: più addetti ai lavori, più personale a disposizione.
Ma non ci sono solo le sale colloqui nell’agenda di via Arenula. Il carcere di Poggioreale rappresenta un caso anche alla luce di quanto avviene all’interno delle celle. Fino a quattordici persone nel chiuso di uno stanzone, è la storia dei diritti negati, della massima compressione della propria libertà di movimento. Poi, attenzione sui servizi igienici, sulla opportunità di assicurare a tutti una doccia nella cella, ma anche una separazione netta tra bagni e cucine.
Sono state le telecamere del Mattino.it a raccontare la capacità di sopportazione di centinaia di detenuti, a cominciare dalla sistemazione notturna: fino a tre brandine messe “a castello”, con l’ultimo letto staccato dal soffitto solo per una distanza di pochi centimetri.
Uno scenario noto, che rischia di diventare insostenibile proprio alla luce dell’emergenza sovraffollamento. Davanti alla telecamera, detenuti in attesa di un processo e di una eventuale condanna snocciolano gli articoli della Costituzione, ricordano le regole che impongono il rispetto della dignità delle persone (anche se sottoposte a custodia cautelare), ma anche il principio della riabilitazione della pena. Temi questi ultimi toccati nel corso della mission napoletana di Francesco Cascini. Un argomento sul quale è intervenuto anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ieri ha incontrato a Roma il ministro Cancellieri, soffermandosi proprio sull’emergenza vissuta da centinaia di cittadini al giorno (tra parenti di detenuti e ospiti del carcere) in un pezzo del centro napoletano: “Quanto una democrazia sia realmente compiuta lo si stabilisce anche in base al sistema penitenziario che riesce a realizzare - ha insistito il primo cittadino -, ricordando l’esigenza di interventi strutturali dentro e fuori le celle”. Caso Poggioreale, passata l’ora dell’indignazione, si attendono i fatti.
Radicali: basta con la fila della vergogna a Poggioreale… e grazie al ministro
“Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, intervistata dal quotidiano “Il Mattino” in merito alle immagini di un documentario sul carcere di Poggioreale prodotto dalla stessa testata giornalistica, ha dichiarato che era a conoscenza di una situazione grave ma non immaginava tanto dolore”. Inizia così il comunicato di Rodolfo Viviani, della direzione Nazionale di Radicali Italiani. “Cancellieri ha poi inviato gli ispettori ministeriali a Napoli e annunciato che a breve nella Casa Circondariale apriranno quattro nuovi locali per i colloqui, proponendo anche un sistema di “prenotazione” per le visite ai carcerati, con agevolazioni per chi ha figli minori. Ringraziamo il Ministro per la sua iniziativa”.
“I Radicali dell’associazione “Per la Grande Napoli”, con quasi cento sit-in presso il carcere di Poggioreale, tenuti in oltre due anni di lotta nonviolenta per l’amnistia e l’indulto, hanno continuamente denunciato la vergogna delle file che ogni giorno coinvolgono centinaia di persone colpevoli solo di voler visitare i propri familiari e portare loro il necessario per sopravvivere. Speriamo - si legge nella nota - che gli ispettori abbiano maggiore fortuna di quella che abbiamo avuto noi nel tentativo di convincere la direttrice del carcere più affollato d’Europa che fare qualcosa per migliorare l’esperienza dei colloqui con i familiari dei detenuti sia possibile. E che le “file della vergogna” non dipendono solo dalla antropologia dei napoletani come la dottoressa Teresa Abate sostiene”.
“Gli ispettori - continua Viviani - non potranno che certificare la situazione totalmente illegale, rispetto alla Costituzione italiana, in cui versa l’istituto di pena di Poggioreale. Il sovraffollamento, la tortura sistematica, la mancanza di lavoro, di cure mediche, di assistenza psicologica, che caratterizzano il carcere più affollato d’Europa sono solo l’evidenza dello sfascio della Giustizia nella città di Napoli. Sono dovute e urgenti riforme strutturali, come proponiamo con la richiesta di Amnistia e con i Referendum sui quali stiamo raccogliendo le firme, ad esempio per abrogare le norme punitive per i migranti e depenalizzazioni in tema di sostanze stupefacenti”.
“Che almeno i familiari dei detenuti possano recarsi in modo civile ai colloqui sarebbe un piccolo passo avanti, ma la dimostrazione di una attenzione reale della politica rispetto alla tutela dei diritti dei cittadini. La dignità umana non può aspettare oltre” conclude Viviani.
La Garante dei detenuti Tocco: subito un piano ad hoc per accelerare i colloqui
Mamme con bambini che dalla sera prima si accampano in auto per il successivo colloquio mattutino, attendendo per ore il loro turno in spazi angusti. Malati terminali che finiscono in carcere il loro calvario senza ricevere cure specialistiche. Condizioni di vita disumane in celle di pochi metri quadri condivise anche da dieci persone. È l’inferno del carcere di Poggioreale, dove rispetto ai 1.350 detenuti previsti ve ne sono 2.800.
Una situazione gravissima che ha spinto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ad inviare ieri nel penitenziario i suoi ispettori a seguito dell’incontro di martedì scorso a Roma con Adriana Tocco, Garante dei detenuti della Campania.
Quali problematiche sono emerse dall’incontro?
“Il calvario dei colloqui, dove si sentono urla e pianti dei bambini che restano in attesa per ore e a cui, secondo la denuncia di 54 detenuti, è impedito finanche di usare i servizi igienici. Da tredici anni chiediamo di abolire i banchi divisori, ma finora non ci hanno dato ascolto. Poi c’è la questione tossicodipendenti, che in Campania rappresentano un terzo della popolazione carceraria, per i quali vanno individuate pene alternative alla detenzione. Bisognerebbe poi ripristinare le sale operatorie interne che esistevano prima del passaggio alla sanità pubblica. Pochi giorni fa a Poggioreale un recluso malato di cancro è morto perché non gli erano stati concessi i domiciliari né un centro clinico per le cure”.
Come invece si intende affrontare l’atavica piaga del sovraffollamento?
“Su questo tema la Cancellieri si è detta fiduciosa nel Decreto Carceri. Il ministro, che aveva già visto il video pubblicato sul sito del Mattino si è impegnata a ridurre il numero dei detenuti a Poggioreale ed a individuare una soluzione per ovviare alle lunghe attese per i colloqui”.
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