Naim fuori dalle liste, i democratici si dividono. Giachetti: è la regola

Dalla Rassegna stampa

Ho dato una regola molto semplice: chi ha problemi con il casellario giudiziario - e non sta a me stabilire se è un problema di valore o no - non può stare in una lista che si apparenta con me. Mi hanno chiesto liste pulite, elenchi in cui non ci sono persone che hanno problemi con la giustizia. Questa è l'unica regola che può valere». Così, a poche ore dal termine per la presentazione delle liste, la consigliera è stata estromessa dalle liste civiche municipali in appoggio al vicepresidente della Camera.

La pena, nel caso della Naim, è stata applicata per una semplice diffamazione a mezzo stampa. Secondo il comitato elettorale di Giachetti, quel rinvio a giudizio scaturito da una querela dei bancarellari del Tevere sarebbe un neo paragonabile a un procedimento per corruzione, concussione o per mafia. Poco importa se i vigili e la procura alla fine abbiano dato ragione alla consigliera. Poco appare pesare anche la fedeltà della pasionaria del centro storico, che nel corso delle ultime primarie del Pd aveva apertamente sostenuto proprio Roberto Giachetti: «Lui stesso-ribadisce la Naim - in quei giorni mi aveva garantito la candidatura al municipio I. Ora, invece, sono stata estromessa. Nelle liste comunali e municipali, però, restano i nomi di consiglieri e politici nominati in Mafia Capitale».

Il futuro della consigliera si deciderà nelle prossime 24 ore. Quelle precedenti sono trascorse tra rimpalli e continui traslochi di lista. La candidatura di Nathalie Naim, forte della sponda dell'ex consigliere comunale Orlando Corsetti e della deputata Lorenza Bonaccorsi, era stata proposta al Pd capitolino. Sfumata quest'opzione, la consigliera è finita nelle liste civiche. Un innesto che ha causato più di un malumore tra parte dei colleghi dem in primo municipio. A quel punto, con la notizia del rinvio a giudizio per diffamazione, è arrivata l'epurazione. Una conclusione che non sembra essere piaciuta all'altra parte del Pd. Alla consigliera ancora in cerca di una casacca non mancano infatti supporter, anche piuttosto autorevoli. Del caso si sarebbe interessato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Parole di stima sono arrivate dal senatore Luigi Zanda: «Apprezzo Nathalie e il suo lavoro. Ha difeso interessi e valori che aiutano Roma a essere migliore. Il suo è un caso paradossale». Se il Pd non tornerà sui propri passi, la consigliera potrebbe trovare spazio tra i radicali, pronti ad accoglierla come capolista: «Se confermata- osserva il segretario Riccardo Magi -l'esclusione di Nathalie Naim dalla lista civica Giachetti è una decisione senza alcuna logica politica. Gli attacchi che ha subito per le sue battaglie dimostrano il valore di un impegno che va coltivato e portato avanti». Sulle stesse frequenze si sono posizionati Italia Nostra, il coordinamento Residenti città storica e il comitato Vivere Trastevere: «Giachetti ci ripensi per darsi e dare a Roma una concreta possibilità in più». Un appello sottoscritto sui social da centinaia di abitanti del primo municipio.

 

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