Molte attenuanti ma ora arriva la prova d'appello

Dalla Rassegna stampa

Assoluzione o condanna? Posta in questi termini, la "questione-Imu" rischia di finire schiacciata in una dimensione di propaganda pre-elettorale che non consente di cogliere a pieno la rilevanza della questione. Non si tratta di mettere sul banco degli imputati la logica di sistema che sta alla base del prelievo immobiliare, sul quale - salvo rare eccezioni - tutti concordano, anche quando in gioco c'è la prima abitazione.

Eppure, è evidente come nella fretta dello scorso dicembre, quando l'imposta municipale pensata dal precedente Governo fu "adattata" all'esplosiva emergenza sui conti pubblici, qualcosa - molto, in verità - non abbia funzionato a dovere. E, probabilmente, non abbiamo ancora visto tutto.

Non serve una sfera di cristallo per prevedere settimane decisamente turbolente per il "nuovo" tributo sugli immobili. Tra poco meno di tre mesi, l'Imu arriverà all'appuntamento decisivo con il saldo di dicembre: nuovi calcoli da fare, spesso più complessi di quelli di giugno; nuove aliquote (comunali) da applicare, spesso più pesanti di quelle base fissate dallo Stato. Un mix che riscalderà ulteriormente il clima di fastidio diffuso verso il tributo statal-comunale. Il "treno" dell'Imu, d'altra parte, è ormai in corsa lanciata e sarebbe ora impossibile correggerne anche leggermente la rotta. Però, il tema resta in tutta la sua importanza, non foss'altro perché il 2013 è alle porte. E allora: è opportuno un confronto sulla natura e sulla reale portata del tributo immobiliare? È possibile ipotizzare un intervento per eliminare almeno alcune evidenti storture e incongruenze della "tassa più odiata"?

Il Governo si trova in una posizione non semplice. Deve difendere a oltranza l'Imu che, ricordiamolo, con un gettito superiore a 20 miliardi di euro all'anno (ad aliquote base, esclusi quindi gli incrementi decisi dai Comuni) resta un pilastro fondamentale nella cura sui conti pubblici avviata dallo scorso anno. Ma per farlo in modo davvero efficace, dovrà probabilmente aprire qualche spiraglio nella direzione di un'incisiva manutenzione dell'imposta. E ciò, per almeno due motivi, strettamente connessi tra loro.

In primo luogo, l'Imu va resa meno indigesta ai cittadini/contribuenti. Molti continuano a non capire il senso del prelievo sulla prima abitazione «acquistata con i sacrifici di una vita». Il Governo, è vero, non si è mai particolarmente curato del gradimento delle proprie scelte tra i cittadini. Ma qui uno sforzo di chiarezza è indispensabile, perché basta dare un occhio a blog, trasmissioni televisive e lettere ai giornali, per rendersi conto che raramente si sono raggiunti simili livelli di intolleranza verso una tassa.

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