«A Milano nomine trasparenti»

Dalla Rassegna stampa

Quaranta nomi, quaranta candidati per enti e società controllate e partecipate del Comune di Milano. È la lista presentata dai Radicali per l'ormai imminente giro di nomine dell'amministrazione Pisapia. Un pizzino di sponsorizzazioni rivolto al Sindaco e rinvenuto abbandonato, per imperdonabile svista, su una scrivania in una recondita stanza di Palazzo Marino? Macché. L'ex eurodeputato radicale e attuale consigliere comunale Marco Cappato ha pubblicato l'elenco dei suoi quaranta sul web. Accessibile a tutti su milano.boninopannella.it. E i nomi, in parte raccolti proprio attraverso internet, sono stati sottoposti al vaglio preventivo di Giulia Sirtori, già dirigente di aziende come Peugeot Italia, Montblanc e Kraft. Scorrendoli tutti, non salta all'occhio nessun militante di lungo corso, fatta eccezione forse per il docente di bioingegneria della riabilitazione al Politecnico di Milano, Marcello Crivellini, già deputato negli anni '80, ma oggi, assicurano i radicali milanesi, non in quota politica. L'iniziativa radicale non sembra destinata a rimanere isolata. Valerio Onida, indicato da Pisapia come figura garante della trasparenza e della partecipazione nel capoluogo lombardo, ha infatti aperto un dibattito pubblico sulle regole e sulla trasparenza.

E l'associazione di cui è presidente, Città Costituzione, ha avanzato nei giorni scorsi una vera e propria proposta di regolamentazione delle nomine. La proposta prevede l'adozione di specifiche delibere di indirizzo programmatico per gli enti, la garanzia delle pari opportunità, la verifica ad opera di esperti dei requisiti specifici di professionalità dei candidati, oltre che la pubblicità preventiva, attraverso il web, dei curricula dei candidati e persino audizioni pubbliche di confronto davanti a commissioni del consiglio comunale.

Del resto il consiglio comunale il 18 luglio ha approvato un odg con il quale chiede, anche a regole invariate, la trasparenza nel meccanismo di valutazione delle candidature e la pubblicazione in rete dei cv dei candidati.

L'iniziativa radicale non è quindi interpretabile come estemporanea e, anzi, potrebbe essere antesignana di altre.

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