Malagrotta fino a ottobre ma sul sito c'è ancora caos

In arrivo la proroga per la discarica di Malagrotta di altri quattro mesi, fino al 30 ottobre. E questa sera si svolgerà il vertice tra il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Il ministro Orlando, prima di dare il via libera alla proroga senza la quale domenica 30 giugno Roma non saprebbe dove portare i rifiuti, chiederà a Marino e Zingaretti di dargli garanzie sulla scelta della nuova discarica. Saranno assegnati maggiori poteri al prefetto Goffredo Sottile, attuale commissario per l’emergenza rifiuti, ed è possibile che alla fine sia lui a indicare l’area dove realizzare la nuova discarica di servizio.
Ore 19 di oggi, vertice tra ministro, sindaco e presidente della Regione sui rifiuti. In programma: una proroga per la discarica di Malagrotta di quattro mesi, fino al 30 ottobre; la definizione di un percorso per scegliere, in tempi rapidi, il sito della nuova discarica, tenendo conto che la soluzione finora sostenuta con un’Aia (autorizzazione integrata ambientale), Monti dell’Ortaccio, appare archiviata. Il tempo a disposizione è meno del previsto: la proroga in corso di validità per Malagrotta non scade il 30 giugno, ma il 29. Senza provvedimenti urgenti già da domenica 30 giugno Roma non saprà dove portare i rifiuti. C’è un altro elemento importante: i poteri di Goffredo Sottile, commissario per i rifiuti, saranno ampliati per consentirgli di firmare la proroga; ma visto che ancora Regione e Campidoglio (con il sindaco in ritardo nella formazione della nuova giunta) non hanno le idee chiare, la pratica «scelta della nuova discarica» potrebbe essere riaffidata proprio a Sottile.
Quello dei rifiuti è il primo vero esame per Ignazio Marino, nuovo sindaco di Roma, che in un’intervista al Messaggero, la settimana scorsa, aveva chiesto qualche giorno per studiare. Bene, il tempo per studiare si è concluso e questo pomeriggio si svolgerà il vertice tra il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Orlando ha già detto: «Non concederò proroghe in bianco per Malagrotta, voglio avere la certezza che sono in campo le scelte per andare oltre». Significa che oggi Zingaretti e Marino dovranno spiegare ad Orlando in che tempi decideranno dove fare la discarica e se hanno già qualche idea per il sito.
Solo dopo avere messo nero su bianco un programma dettagliato di azione, Orlando accetterà di concedere i poteri a Goffredo Sottile, commissario per l’emergenza rifiuti, che firmerà la proroga per Malagrotta. Sarà di quattro mesi, per avere il tempo necessario non solo per scegliere, ma anche per realizzare la nuova discarica. I tecnici della Provincia hanno lavorato sulla mappa delle aree utilizzabili e tra le ipotesi in campo c’è il ricorso a discariche già esistenti per il gli inerti. Martedì, in Lussemburgo, il ministro Orlando ha incontrato il commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik. Gran parte del faccia a faccia è stato dedicato al caso Campania, ma i due hanno parlato anche di Roma. E Potocnik è apparso rassicurato dal fatto che la Capitale comunque un problema, dopo tanti anni, lo ha risolto: non porta più rifiuti non trattati in discarica.
Su questo però da alcuni giorni gli abitanti di Valle Galeria hanno avanzato dei dubbi. Hanno diffuso dei video e delle foto in cui si vedono cumuli di rifiuti portati a Malagrotta. La presenza dei gabbiani alimenta un sospetto: è «tal quale»? Il prefetto Goffredo Sottile ha fatto un’ispezione a Malagrotta e ha concluso che i dubbi sono ingiustificati, che in realtà sono scarti dei rifiuti al termine del trattamento. Ma a Valle Galeria non si arrendono e hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica. Massimiliano Iervolino, del comitato nazionale dei Radicali, ieri ha diffuso un comunicato in cui oltre a chiedere a Orlando di inviare di nuovo i Noe a verificare il lavoro dei Tmb, spiega: «È improcrastinabile, fin da subito, dare segnali di discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni. Il sindaco di Roma ed il presidente della Regione Lazio, per questo motivo, chiedano al capo del dicastero all’ambiente di revocare, e non di ampliare, i poteri d’emergenza».
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