Luxuria sfida Putin Manifesta per i gay, arrestata a Sochi

Giorni a curare gli atleti, a monitorare ogni minimo dettaglio, ogni nota di colore comparsa dentro il parco Olimpico; Le ambigue tute dei tedeschi, il guanto mostrato in un lampo da una snowboarder, i giri di pista a braccia alzate di Ireen Wust, l’olandese gay che vince medaglie a ripetizione nel pattinaggio veloce. Invece la protesta vera arriva da fuori, da Vladimir Luxuria, ed è estrema perché comprende un arresto praticamente calcolato. Triste da dire visti i limiti imposti da queste parti, ma la famosa legge che ha giustamente suscitato scandalo e polemica parla proprio di «propaganda» e la bandiera arcobaleno con la scritta «gay è ok» sventolata a Sochi dall’ex parlamentare è contro la legge russa.
Luxuria ha scelto la via più diretta per manifestare contro la discriminazione sessuale sostenuta da Putin, ha sfidato il sistema che ha puntualmente risposto. L’attivista italiana è arrivata qui con l’intenzione di girare un servizio per «Le Iene», ha comprato i biglietti per una partita di hockey dove era pronta a sbandierare l’arcobaleno con slogan in favore della parità dei diritti poi ha deciso per un’anteprima e una opposizione diretta alla retrograde restrizioni locali. Ha twittato una foto con bandiera dall’aeroporto, poi ha riesibito la scritta in una piazza presidiata da agenti di ogni tipo. Non sono rimasti a guardare. L’assurda legge ribattezzata «antigay» e votata all’unanimità dalla Duma lo scorso giugno vieta ogni forma di pubblicità all’omosessualità. La scusa ufficiale è quella di proteggere i minori, la realtà è che in Russia essere gay è molto più complicato che altrove, ma Luxuria ha scelto una mossa da manuale. Un bacio in pubblico sarebbe stato più difficile da fermare con un arresto, non è chiara propaganda anche se di certo non sarebbe apprezzato dal governo russo.
La dichiarazione a sfondo arcobaleno invece rientra esattamente nei codici previsti dalla legge in questione e la violazione da parte di un cittadino straniero può portare a 15 giorni di galera e a una multa fino a 100 mila rubli. Per evitare che finisca così si è già mosso il ministro Emma Bonino che ha allertato l’unità di crisi della Farnesina. Stamane ci sarà un sit-in davanti all’ambasciata russa di Roma a sostegno di Luxuria, che ha fatto sapere di essere stata trattata «con brutalità» dagli agenti e «isolata in una stanza con una luce al neon in faccia». Già a novembre, mentre l’allora premier Letta firmava accordi con Putin, Luxuria aveva annunciato proteste: «Dall’Est arriva un vento di repressione che va contrastato». Nei giorni scorsi aveva poi girato un video per Italia 1, da ieri del suo caso si interessa il nostro ministero degli esteri.
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