Lettere: troppi detenuti nelle carceri? sì, ma anche poche carceri

Dalla Rassegna stampa

Scrive Valentino Castriota, di Trepuzzi (Lecce)

Il ministro Cancellieri e Napolitano (ricordate le sue lacrime per i detenuti?) adesso non perdano tempo e prendano immediatamente provvedimenti per il sovraffollamento delle carceri, visto che arriva l’estate e per sei persone non è facile vivere in una stanzetta di due metri quadrati. Seguano le proposte di Pannella e del neo ministro Bonino. Facciano almeno un indulto. Si avrebbe un risultato migliore di quello ottenuto del 2006. Oltre a dare dignità all’essere umano, permetteranno al governo di risparmiare milioni di euro e a noi italiani di non essere più paragonati alle peggiori realtà del quarto mondo.

Risponde Mario Cervi

C’è lo scandalo di 66mila detenuti nelle carceri che non dovrebbero ospitarne più di 45mila (le statistiche ci collocano, per questo problema, in coda alla graduatoria europea). E c’è lo scandalo d’un Paese dove troppo spesso le pene non vengono espiate e la prescrizione si abbatte su innumerevoli processi. Vale a dire che abbiamo un eccesso di durezza per le condizioni delle carcerati e un eccesso di indulgenza per le tante scappatoie grazie alle quali un malfattore può cavarsela. Non è che l’Italia abbia un numero strabocchevole di detenuti in rapporto alla popolazione. Se ben ricordo i detenuti statunitensi - circa un milione e mezzo - sono proporzionalmente molti di più. È che l’Italia non ha carceri adeguate alle esigenze della giustizia ma anche della civiltà, e nemmeno una giustizia adeguata alle esigenze dei cittadini. Gli indulti, le amnistie - che rimettono in libertà molti condannati, tra i quali primeggiano i delinquenti abituali - sono un espediente, non un rimedio. Va bene il ricorso, nei casi meno gravi, alle pene alternative, va bene il ricorso eccezionale alla detenzione preventiva. Non va bene la sostanziale impunità per chi vive nella malavita e di malavita. La pena, secondo i principi più nobili, deve essere rieducativa e non afflittiva. Ma deve esistere. Per essere franco, non vedo grandi prospettive di redenzione in molti che lamentano l’inadeguatezza delle carceri, ma che in carcere sono finiti per assiduità delinquenziale, non per la forza d’un destino crudele. Ci vuole più umanità. Ci vogliono anche più carceri.

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