Lettere: il saluto di un “Uomo ombra” a Don Andrea Gallo, Primo Firmatario contro l’ergastolo

Dalla Rassegna stampa

È da poco calata la sera dentro la mia cella e il blindato è già chiuso, ho appena saputo dalla televisione della tua morte. E le ombre dentro questo buco si sono fatte più fitte.
Ciao Don Gallo, oggi sono un uomo ombra ancora più triste, la tua partenza lascia un altro vuoto nella mia vita e nel mio cuore.
Non ti ho mai conosciuto di persona e non ho mai avuto tanta simpatia per i preti dopo tutte le botte che ho preso da loro in collegio da piccolo, ma tu eri uno di quelli che da grande mi hanno fatto venire dei dubbi.
Tu, Don Gallo, prete di strada, prete degli ultimi, non avevi esitato a metterti dalla parte dei cattivi e colpevoli per sempre, degli ergastolani ostativi.
Quando ti ho chiesto di aiutarmi a far conoscere che in Italia esiste la “Pena di Morte Viva”, l’ergastolo ostativo ad ogni beneficio, che fa morire in carcere un uomo senza la compassione di ucciderlo prima, tu sei stato davvero uno dei primi che ha aderito e il tuo nome è in prima pagina nella lista dei Primi Firmatari dell’iniziativa “Firma contro l’ergastolo”.
Ciao Don Gallo, grazie per tutte le volte che hai fatto sentire la tua voce per noi, che ci hai prestato un po’ della tua luce per dire alla società civile che il male non potrà mai essere sconfitto con altro male, che non serve a nessuno la sofferenza di un uomo destinato a morire dentro una cella che è già la sua tomba.
Ciao Don Gallo, ti avevo scritto nella settimana prima di Pasqua per dirti che nella mia disperazione non volevo festeggiare la resurrezione, perché io sono un’ombra che cammina, né vivo né morto, e per me e per tutti i miei compagni ergastolani non c’è resurrezione e speranza da festeggiare. Tu non mi hai attaccato e criticato, come hanno fatto in molti, ma mi hai scritto queste semplici e sostanziali parole:
Carissimo do la mia completa solidarietà alla vs. lotta. Sempre “su la testa” nonostante tutto. Ciao, Don Gallo. Ho ancora queste parole attaccate nella mia cella e nel mio cuore.
Ciao Don Gallo, ci mancherai. Ora dovremo fare anche senza di te e la lotta qui si fa sempre più dura: adesso ci chiedono anche di dividere la nostra tomba con altri cadaveri, non ci lasciano neanche più la nostra solitudine nella cella, come vorrebbe la legge. Ciao Don Gallo, tu vai, io rimango qui a lottare con degli umani che mi puniscono perché da giovane ho infranto la legge e dopo 23 anni di carcere devo ancora subire le loro scelte che vanno contro la legge.
Ciao Don Gallo, tu ora che sei libero nell’universo, non dimenticarti di noi che ancora viviamo murati vivi tra ferro e cemento per tutti i nostri giorni.
E se incontri il Dio in cui hai creduto, digli per favore se viene a prendere anche noi: gli uomini non ci vogliono dare la libertà, anche se dopo tutti questi anni noi non abbiamo più niente a che fare con l’uomo di 20-30 anni fa che ha commesso i reati per i quali siamo qui. Ciao Don Gallo, sempre “su la testa” e un sorriso mesto tra sbarre, nonostante tutto.

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