Lettere: Pietro Maso, i politici e il senso della giustizia

Scrive Francesca Battistini, di Milano
In risposta a un lettore che le chiede se trova un bell’esempio per i giovani la libertà di Pietro Maso, lei sostiene che “l’impunità continua dei politici è un esempio peggiore ben più letale per i giovani” di quello di Pietro Maso che ha compiuto un assassinio perpetrato a sangue freddo, trucidando entrambi i genitori servendosi di un tubo di ferro e di altri corpi contundenti tra cui spranghe e un bloccasterzo, per intascare subito la sua parte di eredità. Spero vivamente di aver capito male!
Risponde Pietro Colaprico
Ha capito vivamente bene e nel breve spazio di Postacelere provo a mostrarle l’altro lato di un discorso complesso. Chi è Maso nel 1991? Un giovane che cresce senza grandi valori nel ricco Nord-Est e che - come accade ad altri ragazzi, una minoranza - odia i genitori. Lui, a differenza di altri, passa all’azione, accompagnato dai suoi amici. Punto.
E, secondo me, basta questa sequenza per comprendere che Maso, parlo sempre del Maso 1991, sia un assassino e, nello stesso tempo, un carnefice di se stesso. Lui è cattivo, perché voleva la Bmw, ed è vivo, mentre i suoi genitori, che pregavano in chiesa, sono buoni e sono morti: è vero. Ma, mi dica lei, quale giovane può prendere Maso ad esempio e attuare lo stesso attacco a mamma e papà? Viceversa, il cattivo politico è diventato un modello vincente e replicabile. Ha mediamente studiato. Ha letto libri. Sa fare un discorso.
Eppure, ruba sui rimborsi elettorali. Truffa per avere i voti. Ingrassa sugli appalti. Divide il popolo tra chi lo sostiene e chi no, e ripaga i primi (voto di scambio), schiaccia se può i secondi. In questi anni abbiamo avuto la fuga dei cervelli, la mancanza di lavoro di massa, zero leggi a favore dello studio e della meritocrazia, zero leggi contro gli evasori fiscali e potrei andare avanti a lungo. Maso, nel bene e nel male, è solo. Questi politici cattivi si tengono la mano, l’uno con altro, e grazie all’impunità la infilano dove vogliono.
Chi è più “letale”, più mortifero? Ammiro molto la forza morale del padre di quella ragazza che uccise la madre e il fratello: non l’ha mai lasciata sola. Il male è complicato: come saprà c’è un comandamento che dice “non uccidere”, e un altro che dice “non rubare”. Maso ha ucciso i suoi ed è stato condannato. I politici, quelli cattivi, hanno ucciso le speranze di alcune generazioni, hanno stretto patti con la mafia e gli stragisti, e si assolvono da soli: dica lei, chi ha le mani più lorde?
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