Lettere: l’inizio… dell’internamento… dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna

È iniziato. In Sicilia, precisamente l’Uepe di Messina, sta per essere internato nella Casa Circondariale di Gazzi. Gli uffici Epe sono preposti al reinserimento del condannato nella società attraverso le misure alternative al carcere.
Statistiche riportano che il 18% dei soggetti che sono stati ammessi all’esecuzione penale esterna torna a delinquere e, in opposizione, al 79% di coloro che hanno scontato tutta la condanna dentro le mura dei penitenziari. Gli operatori degli Uepe, cioè gli assistenti sociali penitenziari, hanno il compito di occuparsi “dell’esterno”, di tutto quello che ruota attorno al soggetto e al terzo settore per la messa in rete nel percorso di reinserimento del condannato.
Il significato degli Uepe, se internati, verrà inevitabilmente a cambiare. Alcuni anni fa si iniziò con la sostituzione del nome: da Cssa - Centro Servizio Sociale Adulti - a Uepe perdendo, così, il valore della parola “Sociale” all’interno di un Servizio preposto a questo. Accompagnare il condannato in un percorso di reinserimento è possibile solo se viene svolto completamente fuori e lontano dall’istituzione carceraria che lo ha privato, per un periodo, della libertà e della possibilità di scelta (quale elemento essenziale per la vita “esterna”).
Le misure alternative costituiscono una prospettiva di uscita per il soggetto recluso e, un totale sconto della pena in regime extra murario per quelle persone condannate che non varcano il carcere. Anche se la futura ubicazione dell’Uepe di Messina sarà “fuori le mura di cinta”, è comunque vicino all’istituzione della reclusione. Il reinserimento si svolge fuori, non dentro l’istituzione totale, quale il carcere.
Il settore penitenziario e della giustizia penale è completamente immerso nei disagi della società: l’unicità della persona, la dignità, le problematiche familiari, alloggiative, lavorative e, anche, in materia di sicurezza sociale. Bisogna concedere più misure alternative, in particolar modo l’affidamento in prova al servizio sociale, in assoluto la migliore per il reinserimento in società attraverso un percorso dominato dall’attività lavorativa e dal “riallaccio” dei legami familiari e sociali con il sostegno degli operatori penitenziari esterni. Il valore degli Uepe è quello “dell’esterno” ed è importante mantenerlo tale, affinché il significato del reinserimento nel tessuto sociale resti letteralmente tale.
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