Lettere: Cucchi, una brutta pagina

Dalla Rassegna stampa

È sconcertante leggere la sentenza del processo di Stefano Cucchi. Uno Stato che non sa difendere i propri cittadini, soprattutto quando sono più fragili, quando sono all’interno di strutture che dovrebbero garantire protezione e cura, quando Stefano nelle mani dello Stato viene massacrato invece di essere aiutato, allora mi domando: ma è ancora vero che lo Stato siamo noi? Perché se è ancora vera questa affermazione oggi io, come facente parte di questo Stato, mi sento sconfitta e amareggiata.
Se è ancora vero che noi cittadini rappresentiamo lo Stato, dobbiamo sentirci tutti quanti responsabili di quello che è accaduto, perché ogni figlio strappato così ignobilmente dalle braccia della sua famiglia e della sua comunità è un dolore che appartiene a tutti. Perché quello che è accaduto a Stefano, è già accaduto e potrebbe accadere di nuovo a ognuno di noi. Sentirsi parte attiva di uno Stato significa anche questo: sentire sulla propria pelle le ingiustizie altrui come fossero nostre.

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