Lettera – Sessualità prigioniera

Dalla Rassegna stampa

Cara Rossini, non è possibile tenere i carcerati in condizioni inumane, come nelle nostre carceri che accolgono un numero di reclusi tre volte superiore a quello per il quale sono state costruite. Anche se hanno sbagliato, è giusto che scontino la loro pena nel rispetto della loro dignità di uomini. Per lo stesso motivo credo che non sia giusto privarli della loro normale sessualità, negandogli regolari, costanti rapporti sessuali con le loro mogli e compagne, e bisognerebbe introdurre per legge appositi spazi. Il carcere non è un hotel, non è un luogo di villeggiatura, osserverà qualcuno. Ed io rispondo che privare i condannati della loro libertà è giusto, ma non lo è se devono vivere ammassati in una stessa cella, come le api in un alveare. E giungo ad augurare di fare tale esperienza a chi se la ride delle condizioni dei reclusi, così capirà. Meglio un'amnistia, con tutti i rischi conosciuti, che continuare a ignorare ipocritamente il problema. Per legge la pena deve essere retributiva, cioè proporzionata al reato commesso, ma deve tendere al recupero sociale dei condannati, altrimenti usciranno inaspriti e rancorosi verso la società civile che li ha trattati così incivilmente. E invece a destra e sinistra si strappano i capelli per problemi meno urgenti ed essenziali.

Avv. Aurelio La Rosa, Taranto

Da alcune settimane Marco Pannella è di nuovo in sciopero della fame per la legalità con una mira particolare sulla realtà delle carceri Italiane, che il leader radicale colloca fuori dal diritto Internazionale. Luigi Manconi ha appena scritto un libro di grande impatto, “Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri”, dove descrive soprusi o sevizie che uccidono alcuni reclusi inermi e inducono altri a farla finita da sé (in media un suicidio a settimana). Eppure niente si muove per quei disperati costretti ad aspettare, in carceri sovraffollate fino all'asfissia, l'arrivo dei caldo torrido che farà precipitare la situazione ambientale ed emotiva. Il governo ha smesso persino di fare i periodici annunci in cui promette riforme, nuovi Istituti modello e altre chiacchiere, con la speranza di tacitare per qualche giorno gli animi. Lei, come avvocato, vive da vicino lo strazio di tanti e chiede la civilissima introduzione di spazi per la sessualità. Purtroppo una riforma a cui nessuno pensa e che, allo stato delle cose, somiglia tristemente alle brioches per gli affamati.

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