Lettera - “Farmacie non convenzionate", la soluzione giusta

“Il sistema distributivo del farmaco, riformato dapprima con la legge 475 del 2-4-1968, e più recentemente con la legge 362 del 8-11-1991, è disegnato intorno alla farmacia e all’equazione farmacia-farmacista. Nella farmacia, più che nel farmacista, si incardina la funzione di dispensazione del farmaco; è sempre la farmacia l’entità indicata come anello funzionale del sistema sanitario, mentre al farmacista è relegata la «nobile» funzione di portatore di una professionalità non sostituibile, asservita alla farmacia. Di fatto con la legge n. 362 del 1991 il sistema farmacia ha assunto le sembianze di una fortezza, popolata da un numero predefinito di abitanti e aperta a pochi, selezionati nuovi accessi. Insomma una realtà imprenditoriale e professionale che ha assunto sempre più la caratterizzazione di una casta arroccata su se stessa, in difesa dei suoi privilegi con azioni di lobbying sul versante sia istituzionale che amministrativo”. Egregio Ministro Prof. Renato Balduzzi, questo è l'incipit del ddl dei senatori Radicali Perduca e Poretti riguardante disposizioni in materia di dispensazione di farmaci. Chi le scrive è un farmacista titolare di parafarmacia convinto che anche in Italia
si possa arrivare un giorno alla 'farmacia non convenzionata', unica soluzione equa e che potreste voi, governo di tecnici, adottare magari traendo spunti interessanti proprio da questo ddl, e che darebbe fine a privilegi riservati ai soli titolari di farmacia. Capisco, pur essendo ancora giovane, che l'Italia sia il Paese più difficile da governare perché si cerca e si preferisce sempre il compromesso alla migliore soluzione politica. Ma c'è gente che dopo anni di malgoverno ripone ancora fiducia nel vostro operato. Ministro, legga questo disegno di legge. Sicuramente non potrà non apprezzarne l'equità per tutti gli attori del palcoscenico del farmaco e della galassia economica che vi gira attorno. Ad agosto, inoltre, è entrata in vigore la riforma delle professioni e lei sa che l'unica discriminante per esercitare liberamente una professione è che non ci siano rischi per la salute pubblica. Ora, nelle parafarmacie si vendono farmaci senza obbligo di prescrizione medica, i farmaci da banco, e grazie al vostro intervento, tutti i farmaci veterinari. Nelle parafarmacie è obbligatoria la presenza del farmacista. La mia domanda è: ma se i farmaci vengono dispensati dai farmacisti dietro prescrizione medica, un farmacista titolare di parafarmacia, autorizzato già a dispensare farmaci di una certa importanza sociale come quelli veterinari, come potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini dispensando farmaci per uso umano dietro presentazione di ricetta medica? La soluzione è ormai inevitabile e la “farmacia non convenzionata” sarebbe uno scudo antispread formidabile per l'Italia e per gli Italiani. Farebbe risparmiare ai cittadini su un bene come il farmaco che incide tanto nella vita di ognuno e darebbe vera dignità a tutti i laureati del settore. L’Europa per noi è una cosa importante, imitiamola e sprigioniamo energie ed economie nuove a costo zero per lo Stato.
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